Ogni giorno – per tutto il giorno – si parla ormai di riforme. E ieri c’è tornato anche il Presidente della Repubblica, dicendo di «procedere senza battute d’arresto sulla strada delle riforme».

Ora, il motivo per cui c’è tanta attenzione per le riforme è che molte cose non vanno e quindi dobbiamo cercare di farle funzionare meglio, come peraltro si ripete da sempre. Anche perché nella politica non crede più quasi nessuno. Lo ripeterò fino alla noia, ma non può essere considerato sopportabile che gli italiani si tengano così fortemente a distanza dalle urne, come è avvenuto alle elezioni europee (57% dei votanti) e alle ultime elezioni regionali in Calabria e Emilia-Romagna (introno al 40%).

Ecco allora la prima riforma necessaria: quella della legge elettorale. Ma per introdurre un sistema che consenta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti.

Come avveniva fino al 2005, con il Mattarellum, che ho più volte riproposto. Come non è più avvenuto con il Porcellum. Come non avverrebbe con l’Italicum (che addirittura potrebbe peggiorare il sistema come modificato dalla Corte costituzionale). Ecco, questa, per dire, sarebbe una riforma. Ma che non servirebbe allo scopo: quella di far decidere gli eletti dagli elettori. Facciamola allora, una riforma della legge elettorale, ma una riforma vera. Per i cittadini. Perché i sovrani sono loro e nessun altro. E se non sono sovrani non si sentono più elettori e forse nemmeno più cittadini, inclusi in un patto politico e sociale degno della nostra democrazia.

Una cattiva riforma sarebbe anche quella di creare un Senato pasticciato, senza nessun riferimento in nessun’altra democrazia, con funzioni confuse e che realizzerebbe con certezza soltanto una cosa: togliere ai cittadini la possibilità di scegliere i senatori. Un’altra cattiva riforma con lo stesso segno della precedente, insomma. Un’altra riforma da fare diversamente da come si è iniziato a fare.

E perché non si approva una riforma degli istituti di democrazia diretta che consenta non solo un migliore rispetto dei referendum ma anche la possibilità che se un’iniziativa legislativa popolare non viene votata entro un termine ragionevole (un anno?) siano direttamente i cittadini a pronunciarsi su questa con un referendum? È una proposta che ho presentato formalmente alla Camera – riprendendo Mortati – ma che nessuno vuole affrontare. A proposito di riforme…

Ma, sempre per recuperare credibilità con i cittadini e riavvicinarli alla politica, non servirebbe forse – finalmente – una legge sul conflitto d’interessi? Anche di questa si parla da lustri, ormai, ma anche la scorsa settimana la Camera ha allontanato la possibilità di approvare un testo (rinviato in commissione), che pure era stato molto annacquato rispetto, ad esempio, alla proposta di legge che avevo presentato. Perché di questa riforma si parla così poco e non la si approva mai? Perché, come tutte le leggi vergogna che il Pd ha sempre chiamato così senza però cambiarle quando si trova al governo, non si accelera su questo versante?

E che dire delle riforme per il riconoscimento dei diritti a chi non li ha?

Perché non c’è stata una riforma del lavoro che si preoccupasse di riconosce diritti, a partire proprio da quello al lavoro, con un contratto unico a tutele crescenti, eliminando fino in fondo le varie forme di precariato? Perché non si approva una riforma sul reddito minimo garantito che allevierebbe la grave crisi sociale che abbiamo di fronte? Perché non approviamo al posto di provvedimenti come lo sblocca Italia riforme che arrestino il consumo di suolo e sviluppino le energie alternative? Perché ci si ostina a non voler fare una riforma che consenta a chiunque di sposarsi con chi vuole senza pregiudizi per l’orientamento sessuale? Perché continua ad essere ignorata da questo Parlamento la proposta di iniziativa popolare sul testamento biologico e l’eutanasia (l’unico monito di Napolitano ripreso solo dalle agenzie, perché i politici si sono voltati dall’altra parte)?

Naturalmente l’elenco potrebbe continuare e un quadro più completo abbiamo cercato di farlo con il nostro Patto repubblicano, che molti cittadini hanno già sottoscritto e che con tutte le nostre forze cercheremo di portare avanti (a partire dalle proposte concrete che su questi punti abbiamo già presentato e stiamo presentando in Parlamento). A proposito di riforme…

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