Rita Castellani mi scrive:

Qualcuno pensa che rientri nella “strategia della tensione” che la Thyssen Krupp da mesi pratica a Terni, con diffusione di notizie false, sortite notturne dell’amministratore delegato tra i presidi degli scioperanti, piani di licenziamento ritirati e riproposti e, ora, con il mancato pagamento degli stipendi. Senza nessuna giustificazione e senza indicazioni sul “se” e sul “quando” potranno essere pagati.

Il fatto che colpisce è che non si levano voci di protesta ufficiali, a parte quella del Sindaco di Terni: in questo paese sembra essere diventato normale che il lavoro non venga pagato.

E anche dall’informazione non viene evidenziato lo scandalo di questa multinazionale tedesca, tristemente nota in Italia per aver barattato due settimane di profitti con la vita di sette operai lasciati a lavorare in condizioni di totale insicurezza, che ora spoglia di clientela e ordinativi un impianto-gioiello per rivitalizzare produzioni in patria, che sarebbero altrimenti fuori mercato.

I civilissimi lavoratori ternani stanotte si sono fatti una decina di chilometri sulla E45, con il loro striscione, per difendere la loro fabbrica e, con essa, le basi del sistema manifatturiero nazionale.

Allucinante che il governo italiano non abbia ancora assunto una posizione netta nei confronti di questo scandalo e, nonostante le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, continui a far gestire le trattative dal Ministro Guidi, la cui storia è davvero troppo vicina a interessi di produttori di altri acciai, legati a loro volta a multinazionali tedesche e francesi. E intanto l’acciaio cinese invade inesorabilmente l’Europa.

Qui il racconto delle ultime ore.

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