Il Consiglio regionale toscano ha sostituito alla vecchia legge elettorale (da cui era nato il Porcellum) una nuova (da cui forse nascerà l’Italicum, le somiglianze essendo già molte).

Per fare ciò ha (soprattutto) sostituito ai consiglieri del Pd quelli del Pdl (oggi di Fi e del Ncd): al momento del voto finale 8 consiglieri del Pd sono usciti dall’aula consiliare e l’approvazione invece è avvenuta con i voti del centrodestra (nuovo e vecchio, appunto).

Mi pare un episodio politicamente inedito e dagli effetti molto gravi sia sulla compattezza del Pd, sia sulla distinzione tra destra e sinistra, sia sullo spostamento del Pd, ovviamente verso destra.

È facile notare come anche in questo caso (come per l’italicum, la riforma costituzionale del Senato, la riforma del lavoro ecc.), si è cercata prima e piuttosto che la condivisione di una posizione nel partito, ascoltando tutti, una condivisione con altri partiti. Sempre gli stessi.

Poiché la legge elettorale toscana – come ricordavo anche qualche settimana fa – è stata già in passato il viaticum di quella nazionale c’è da preoccuparsi. Nel merito: per le liste bloccate (almeno in parte, che però per i piccoli – come in una sineddoche – potrebbe diventare il tutto), le soglie di sbarramento e i premi di maggioranza, che in Toscana potranno andare subito al primo turno anche a una coalizione, ad esempio, del 30% o del 25% (violando apertamente quanto detto dalla Corte costituzionale nella sentenza sull’incostituzionalità del porcellum) se, in virtù del voto disgiunto il Presidente avrà ottenuto il 40% (infatti è sui voti di quest’ultimo che si calcola il premio, come avviene a livello comunale, dove già non va bene, trattandosi comunque di un livello diverso che non esercita la funzione legislativa). E soprattutto c’è da preoccuparsi nel metodo: il caso conferma come nel Pd si segua la linea di imporre sbrigativamente posizioni maturate al di fuori di una discussione aperta (magari in qualche retrostanza tra leader e leaderini) che – sarà un caso – va sempre contro una parte del partito, inascoltata (quando non umiliata), e quelli che sarebbero i naturali alleati per una forza politica che miri a unire tutto il centrosinistra come protagonista del socialismo europeo.

Ma se questo è il viaticum siamo purtroppo molto lontani da questo obiettivo. E chi lo pensa dovrebbe dirlo con la chiarezza con cui lo facciamo noi, prima che sia già tutto deciso.

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