Leggo cose strane e sorprendenti e alla lunga stucchevoli sulla questione gufi.

Pare che siano loro le colpe di tutto quanto. Si muovono nella notte (una notte in cui tutte le vacche sono nere, ma è un altro discorso) e sanno come bloccare ogni cosa, anche quando la ‘cosa’ nemmeno la si conosce. Sono ridicoli, ininfluenti, velleitari, eppure sono talmente abili da risultare decisivi in ogni partita.

Per prendersela con i gufi, vale tutto. Argomenti dell’uomo di paglia, caricature, campagne ad alzo zero.

Sono davvero pochissimi, ridicolizzati dai media, ma sono dappertutto. E attivissimi. Per esempio, se presenti un emendamento non sei un parlamentare, ma un gufo. Se ti preoccupi per le coperture, e per la disoccupazione, per qualsiasi cosa, se solo ti viene un dubbio, e provi a dire la tua, non sei un politico, sei un gufo (ieri anche il ministro dell’economia sembrava, inconsapevolmente, gufare: attenzione, è un attimo e ti ritrovi gufo). E se le riforme si incartano anche se i gufi sono già stati sostituiti, è colpa loro: gufano da lontano, ma sono formidabili. E se c’è l’ostruzionismo delle opposizioni e l’eccesso di decreti allora non è responsabilità del governo ma dei gufi. A cui dare la colpa, perché non avendo più nemici esterni (a parte i gufi europei, chiaro), bisogna cercarli all’interno, altrimenti non ci sono i titoli dei giornali.

I gufi hanno presentato una decina di proposte sulla riforma costituzionale (che a me sembrano fin troppo poche, perché altre ne occorrerebbero), ma è inaccettabile.

I gufi hanno chiesto di essere vigili sulla questione immunità e aperti sui referendum e le legge di iniziativa popolare, meccanismi di partecipazione che la riforma rischia di stroncare. Ma è una vergogna.

I gufi non possono essere ascoltati, è vietatissimo. Eppure se sul Senato si fosse tenuta aperta la questione della elettività e altre poche ma significative discussioni, ad esempio, la riforma passerebbe con il voto di quasi tutti. Troppa grazia, meglio prendersela con i gufi. E se fossero introdotte le preferenze, abbassate le soglie, tolte le liste bloccate, cancellate le candidature plurime, come chiedono i gufi da mesi, avremmo una legge elettorale infinitamente migliore.

Il premier dice che gli viene da ridere, di fronte a simili ovvie osservazioni. Ai gufi un po’ meno. Loro sono preoccupati per definizione.

Una sola considerazione finale: i gufi non portano male, i gufi portano bene.

È prendersela con i gufi, come ci ricordano le tradizioni popolari, che porta sfortuna. Qui ci vorrebbe un emoticon. Mettetecelo voi.

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