Ne abbiamo parlato ieri a Modena e questa settimana depositeremo alla Camera una proposta di riforma costituzionale dedicata esplicitamente alla partecipazione democratica. I tre punti fondamentali sono:

1. Revisione del quorum, che abbia a riferimento la partecipazione al voto delle ultime elezioni politiche (il 50% più uno necessario è calcolato sul dato dell’effettiva partecipazione delle ultime elezioni della Camera dei deputati).
2. La legge di iniziativa popolare deve essere discussa dal Parlamento in un tempo ragionevole. Se ciò non accade, il testo proposto dai cittadini va a referendum.
3. Deve essere assicurata ai cittadini la piena conoscenza delle questioni su cui sono chiamati a decidere e la raccolta di firme deve essere più accessibile, estendendosi alla rete (come già accade per l’Ice a livello europeo).

Tre cose semplici, che cambierebbero modalità e sostanza della partecipazione dei cittadini alla vita democratica e alla produzione legislativa.

Tutte cose che si possono fare, senza spendere un euro in più e senza mortificare il ruolo del Parlamento, purché esso sappia interagire con le proposte che provengono non solo dall’alto (con i decreti a ripetizione e la fiducia posta ogni settimana), ma anche con le iniziative del popolo sovrano.

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