Lucrezia Ricchiuti, senatrice Pd, e il suo status su Facebook, a proposito dell’enorme scandalo dei lavoratori sikh nell’Agro Pontino. E non solo. Perché è tutto collegato.

Sulla vicenda del braccianti sikh trattati alla stessa stregua degli schiavi intendo andare fino in fondo. Martedi incontrerò in Senato i membri dell’associazione inMigrazione che ha svolto l’indagine per approfondire meglio la faccenda.

Al di là del trattamento disumano dei braccianti indiani in provincia di Latina e molto probabilmente anche in altre parti d’Italia, non sottovalutiamo la mancanza di diritti a cui devono soggiacere i giovani e meno giovani italiani di oggi a cui vengono applicati contratti privi di ogni tutela, con paghe orarie vergognose che rendono loro impossibile potersi costruire un futuro dignitoso, pagare una casa in affitto, farsi una famiglia.

Siamo arrivati al punto che l’altissimo tasso di disoccupazione autorizza i datori di lavoro a ricatti inaccettabili per coloro che osano ribellarsi e far valere i propri diritti: o accetti le condizioni o te ne vai a casa, questa è la realtà.

Ma siamo così sicuri che continuare a dar retta solo ai piagnistei degli imprenditori sia la cosa giusta? Ma chi sta tutelando oggi il diritto sacrosanto di poter vivere una vita dignitosa a milioni di nostri cittadini?

Perché non abbiamo avuto il coraggio, per esempio, sul tema della casa, di approvare il mio emendamento che dava la possibilità ai sindaci di poter occupare milioni di vani vuoti in tutta Italia, frutto di una speculazione e cementificazione disastrosa, per destinarli a coloro che non possono pagare un affitto del mercato libero e invece poterli affittare ad un canone moderato?

Lo aveva già fatto il sindaco La Pira negli anni ’50 con grande coraggio, sapienza e intelligenza.

Lucrezia ha presentato un’interrogazione, con Felice Casson e Walter Tocci: «Ai ministri Alfano e Orlando abbiamo chiesto se risultino inchieste in corso sulla vendita di stupefacenti in provincia di Latina alla comunità sikh e se, sempre in quella provincia, nella gestione del lavoro agricolo siano coinvolte organizzazioni di tipo mafioso. Vicende di questo tipo sono intollerabili sia sul piano umano sia sul piano economico, giacché la riduzione in schiavitù è un reato che lede la dignità della persona e ha anche gravi ripercussioni sul tessuto civico ed economico di una comunità».

Ecco perché, di questi tempi, mi pare assurdo mettere in discussione, dalle fondamenta, l’esistenza stessa dei sindacati dei lavoratori. Non qui, non da noi, non in Italia.

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