Alessandro scrive che difenderei chi non versa il proprio contributo al partito.

Ora, faccio notare che – l’ho scritto anche nel libretto che ormai conoscete – sono mesi (anni) che chiedo trasparenza assoluta. Sui contributi ‘volontari’ e anche sulle fondazioni (che poi magari i tesorieri delle fondazioni sono nominati nelle società partecipate, capita anche questo).

Che ho personalmente versato al Pd circa 60.000 euro nel 2013 (la quota che il Pd chiede come finanziamento della campagna elettorale e i contributi mensili, che si aggirano intorno ai 3000 euro).

Che non ho alcun sostegno da parte del partito per le attività in tutto il Paese, anche perché non ho alcun incarico, ufficio, nomina di sorta.

Che chiederò nella prossima direzione il dettaglio di tutti i contributi da parte di tutti gli eletti, dal segretario in giù, così facciamo chiarezza, per questa legislatura e per la precedente.

E che – soprattutto – ho chiesto che il Pd non chieda più il contributo ai propri eletti, per ridurre gli emolumenti ai parlamentari (che sono già ridotti per tutti quelli del Pd che versano il loro contributo). Così facendo si potrebbe dimezzare il compenso per i parlamentari, senza forzature demagogiche (del resto, il segretario aveva sfidato Grillo alla rinuncia del rimborso elettorale, di cui non si è più saputo nulla).

Da ultimo, in un partito in cui molti non versano (come ha dimostrato Bechis, in un recente articolo) è un po’ curioso, fatemelo dire, che la questione riguardi solo il ‘dissidente’ Mineo, non trovate?

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