Tutti hanno scherzato sull’emendamento Lauricella (parlamentare del Pd, siciliano) alla legge elettorale, che collega la legge alla riforma del Senato. E chiede perciò che di fatto prima si faccia la riforma costituzionale (un anno abbondante, per letture delle due Camere e referendum) e quindi la legge elettorale entri in funzione.

Tutti ci hanno scherzato su, l’hanno definita una mossa astuta e gattopardesca, e hanno insistito per spiegarci che non è così, che si può votare anche a maggio o al massimo a giugno.

Invece, alla fine, a Lauricella stiamo dando ragione. Perché ora tutti si dicono preoccupati che la legge elettorale non sia pronta all’uso e che si debbano fare tutte le riforme (avevo cercato di spiegarlo nel corso della prima direzione di gennaio). Che la legge potrebbe incontrare resistenze in Parlamento (per ora era sbagliato l’algoritmo… poi danno la colpa agli emendamenti dei parlamentari!). Che insomma non ci sia altro modo per andare avanti che fare la staffetta.

Il contrario di quello che dicevamo fino a qualche ora fa. Bello, no?

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