Cari tutti quanti, cari esponenti della maggioranza, dell’opposizione, dentro e fuori, indignati e governisti,

la mia è una lettera aperta. Credo sia venuto il momento di trovare una strada convincente per cambiare il sistema elettorale.

Una decisione attesa dai nostri concittadini da otto anni, colpevolmente disattesa lo scorso anno per la chiusura anticipata della stagione del governo Monti.

Molti di noi, ormai più di due anni fa, si sono impegnati nella campagna referendaria promossa da Arturo Parisi e altri per cancellare il Porcellum e tornare al sistema precedente.

La maggioranza che regge questo governo avrebbe dovuto trovare già una posizione al proprio interno, com’era previsto fin dalle parole del Presidente della Repubblica, sin dal suo primo mandato, e del premier all’atto della presentazione del suo governo.

Su questo dovrebbe esserci una proposta in cui si riconosca tutta la maggioranza, per prima cosa, e un confronto con gli altri gruppi presenti in Parlamento. E il Pd deve prendere l’iniziativa per primo.

Ora, Enrico Letta ha più volte espresso la propria preferenza per il Mattarella.

Lo stesso hanno fatto molti parlamentari del Pd sottoscrivendo la mozione a cui Giachetti ha dato il nome. Numerose proposte di legge vanno nella stessa direzione.

Fuori dalle larghe intese, altri gruppi (Sel, Lega, Per le Autonomie e anche il M5s nel voto dell’aula in cui i suoi parlamentari si espressero favorevolmente al ritorno al Mattarella) hanno ritenuto di dichiararsi, in più occasioni per un ritorno al sistema elettorale adottato per le elezioni del 1994, 1996 e 2001.

Per questi motivi, crediamo che il Mattarella resti la base di partenza migliore per trovare una soluzione condivisa e maggioritaria.

Un Mattarella tout court, un Mattarella nella versione prevista per il Senato (per evitare la doppia scheda e le complicazioni dello scorporo), eventualmente prevedendo il doppio turno di collegio, a favore del quale si è più volte espresso il Pd: su questo sono pronto a sottoporre alla vostra attenzione, e a quella dei componenti della Commissione Affari Costituzionali del Senato, tre ordini del giorno rappresentativi delle proposte che ho indicato qui sopra.

Non devo certo ricordarvi il valore politico e istituzionale di un ritorno a un sistema elettorale in linea con l’espressione referendaria del 1993, che consente ai cittadini di scegliere e votare i rappresentanti della comunità di cui fanno parte. Un sistema che mette a confronto non solo a livello nazionale, ma collegio per collegio, opzioni politiche concorrenti.

Certo della vostra attenzione, spero di incontrarvi presto per discuterne,

giuseppe civati

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