Lockheed dice di avere adottato la figura di Mario Mauro come testimonial degli aerei con le bombe senza avvertirlo. Che un ministro della Difesa sia protagonista di uno spot per i bombardieri ha già di per sé dell’incredibile, ma rileviamo che Mauro ha atteso fino al pomeriggio di ieri per fare la cosa più ovvia: minacciare azioni legali. Si vede che ci ha voluto pensare un po’ su.

D’altra parte, la Lockheed ha agito con coerenza. Ha fatto solo un errore, perché la frase di Mauro migliore per reclamizzare gli F-35 non era “To love peace you must arm peace”, ma “Gli F-35 sono strumenti di pace”. Se volete la mia, come slogan, sarebbe stato più forte.

P.S.: la cosa più grave della vicenda è un’altra. Mauro continua a parlare dell’impegno ad acquistare 90 F-35. Farebbe meglio a rispettare gli impegni che il Parlamento ha preso e il lavoro della commissione che a luglio ha promesso un’indagine conoscitiva. Altrimenti dovremmo pensare che siamo noi i testimonial di un’operazione nella quale non ci riconosciamo affatto.

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