Ormai è lo sport nazionale.

Prima ci si è messo un pezzo del Pdl, guidato da Alfano, che è passato dalle leggi ad personam allo schema ad balenam. Con lui, quella che anche il Pd chiama destra europea, rappresentata da Formigoni e Giovanardi tra i primi.

Poi ci si è messo il Pd, che ha iniziato a parlare di «maggioranza politica coesa» con questa «destra europea» (berlusconiani senza Berlusconi, forse) che è importante costituzionalizzare. Poi magari votano a favore di Berlusconi perché non decada, come ha chiesto per l'ennesima volta Quagliariello e come si apprestano a fare anche quelli che del Pdl non sono.

Ora tocca a Scelta civica, come ho cercato di spiegare qualche post fa.

La caratteristica di tutti questi movimenti è la stessa: fare la Dc, ma con i voti degli altri. Nell'alto mare aperto delle elezioni, la balena non è ancora pronta per nuotare. E allora eccoli qui: Mauro e Casini con i voti di Monti, Alfano e Formigoni con i voti di Berlusconi, i nostri strateghi con i voti di tutti quanti noi, anche quelli che hanno fondato il Pd proprio per coltivare l'alternanza.

Nel frattempo, sembra che nessuno se ne preoccupi più di tanto, anzi: sembrano augurarsi tutti quanti che questa nuova sfida del Ppe italiano funzioni alla grande, e che si torni alle elezioni solo quando questa «nuova destra europea» sarà nelle condizioni di battere quelli come me. Forse la migliore mossa per chiudere la stagione politica che stiamo vivendo: perdere ancora. Perdere per sempre.

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