Se lo chiede Paolo Pileri, che mi scrive un messaggio da ritagliare e conservare.

Ti ricordo l’idea di parlare del 1963.

Perché la densità di quell’anno è troppo notevole per lasciarla andare. E poi forse non è casuale che la tua candidatura cada proprio nel 2013, cinquant’anni dopo.

Secondo me quei fatti del 1963 oggi non solo vanno ricordati, ma visti da così lontano ci restituiscono alcune questioni che non solo sono ancora nodali (e abbiamo bisogno di una NUOVA politica che se ne occupi) ma ci suggeriscono anche alcune chiavi risolutive e alcune priorità.

Ad esempio, oggi ho fatto vedere ai miei studenti il racconto del Vajont interpretato da quel genio che è Marco Paolini e sono tante le cose di cui ti dovrai occupare: capire che il problema non è la natura malvagia ma la nostra incapacità di rispettarla fissando dei limiti davanti a cui fermarci; che i conflitti di interesse (e quindi la corruzione) sono il grande vizio che sta dietro tante (troppe) brutte vicende italiane e che va eliminato; che l’accademia italiana deve riconquistare un senso civico che spesso ha smarrito rincorrendo guadagni e prebende quando invece è l’istituzione di alta cultura che potrebbe aiutare lo stato a prendere le decisioni; che l’indifferenza verso i profitti è un valore; che dubitare è un diritto.

Ecco, il Vajont non può rimanere solo il ricordo di un dolore immenso (e dobbiamo sempre ricordare!!!), ma una lezione che si rinnova nel suo messaggio e che ci indica alcune piste che vanno battute e alcuni cambiamenti su cui vale la pena impegnarsi.

E poi il 1963 è l’anno del Leone d’Oro a Francesco Rosi per quell’insuperabile film Mani sulla Città.

Il 1963 è l’anno del progetto di legge di Aldo Natoli di riforma urbanistica.

il 1963 si insedia il primo governo Moro e nel discorso di insediamento del 12 dicembre si parla (raro per la politica italiana) di urbanistica e di mettere mano al disordine e alla dissipazione urbanistica (anche se Moro diviene primo ministro anche grazie al fatto che ci si accorda proprio sull’accantonamento della proposta Sullo).

Nel 1963 viene pubblicato nei Coralli Speculazione edilizia di Calvino e Marcovaldo (la natura in città).

Nel 1963 viene silurato Sullo con la sua proposta di riforma urbanistica (il siluramento comincia nel 1962).

Ti chiederei di alzare l’asticella del tuo discorso. Spesso si è tentati di parlare di pancia perchè i nostri interlocutori sono abituati alla pancia e alla TV pattumiera. Però non è così. Gli italiani e la politica meritano di volare alto.

Ultima cosa. Mi diverto spesso a cercare le parole nei discorsi di insediamento dei primi ministri. E quasi mai nei discorsi italiani ho trovato suolo (mai), agricoltura (al limite trovo agroalimentare… ma è un’altra cosa), montagna (eppure metà Italia è montuosa), biodiversità, paesaggio, parchi, urbanistica, bicicletta, ciclabile, trekking, Sentieri, cultura, musei, beniculturali, bambini… insomma ci siamo capiti.

Queste parole invece le trovo con più frequenza (ma non sempre nè tutte) in altri primi minstri, magari danesi…etc.

Ultimissima cosa. Oggi più che mai mi chiedo, andando in aula dai miei studenti, se le cose che dirò loro reggeranno per i prossimi cinquant’anni.

Oggi dobbiamo chiedercelo. Non è più come un tempo dove c’erano invarianti sempre buone per tutte le stagioni.

Oggi no. Dobbiamo capire cosa proporre perché sia effettivamente di interesse per la prossima generazione. Non è banale.

Non è banale. I bambini ci guardano.

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