Oggi il governo non cade più. Berlusconi – dicono i giornali che smentiscono i giornali di qualche ora fa – avrebbe deciso di accettare la decadenza per mettere i falchi al governo del Pdl (e del governo con il Pd).

Certo, nel Pdl si continua a sperare nei 101 ma il capo si sarebbe fatto convincere.

Si tratta, sotto il profilo politico, della soluzione peggiore, se fosse vero quello che ci raccontano, perché vuol dire che i toni delle «faticose» (Letta dixit) larghe intese sono destinati a peggiorare, appunto.

Affidare la «pacificazione» ai falchi è una trovata geniale. I falchi pacificatori ci mancavano.

E così, mentre il Pd scopre di non avere ancora un accordo sulle regole (pare che in assemblea nessuno abbia la maggioranza, lo hanno scoperto dopo un centinaio di giorni, complimenti), il Pdl si attrezza. Non per andare alle elezioni, ma per prendere tempo e studiare la mossa successiva.

Nel frattempo, a parte il vostro affezionatissimo, tutti i leader del Pd la pensano nello stesso modo: si va comunque a votare nel 2015. Niente elezioni, dunque, a marzo. Ma un governo con il Pdl ancora per diciotto mesi, che in totale fanno quattro anni di larghe intese.

In bocca al lupo a tutti. Personalmente, ho un’idea diversa, e penso che il Congresso anche a questo dovrebbe servire. A dirci quando andremo a votare.

Se non lo diciamo, non si vota, non si asfalta e non si ricostruisce la sinistra. A me pare così semplice.

P.S.: ho letto sul web che alcuni sostenitori di Renzi si dicono scandalizzati perché ho proposto un «grande Pd» con Sel (sì, con Sel, vi ricordate il nostro alleato alle elezioni, che abbiamo mortificato per inseguire il centro e un po’ anche la destra, come al solito?) e con un’interlocuzione diretta con Stefano Rodotà e la sinistra costituzionale. Mi dispiace, ma questo per me è il Pd, quello vero, quello del futuro.

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