Grazia, no ricorso alla Consulta, no alla Corte europea, no revisione di tutto quanto: quarto, quinto, sesto grado di giudizio.

Certo, chi oggi guida l’Italia un tempo aveva detto che Berlusconi faceva bene a difendersi nel processo e anche dal processo (sic), ora però si sta superando ogni limite.

Dopo vent’anni di una partita personale e penale infinita, ora siamo ai tempi supplementari. Che non finiscono mai.

Un Paese sotto ricatto, una politica rinviata al prossimo rinvio, un dibattito surreale. In cui tutto viene dopo. Prima dobbiamo attendere la prossima dichiarazione di Schifani.

Mi auguro che qualcuno, tra gli strateghi, si renda conto che si stanno logorando tutti quanti. Perché la sentenza stabilisce una pena, che stanno scontando gli italiani, e la politica, costretta a far pena anch’essa.

Ci vuole uno scatto d’orgoglio, una mossa a sorpresa, un cambio di scena. Che speriamo arrivi prima che sia troppo tardi, perché già lo è.

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