E così, dopo l'«anima bella» (Franceschini dixit), ora ci tocca l'«anima candida» (versione di un concetto in tutto simile). Per Franceschini le «anime belle», come ricorderete, sono quelle che «non si sporcano le mani» (e l'anima?) partecipando al governo con Berlusconi.

Per Grillo, le «anime candide» sono quelle che vorrebbero insistere per cambiare il Porcellum. Ora, il problema per entrambi e per tutti è che proprio un'anima si dovrebbe ricercare, e magari rendersi conto che se il M5s ha già votato in aula a favore del ritorno al Mattarellum e il Pd ha sbagliato a votare contro, forse una soluzione ci sarebbe. Se solo la si volesse trovare. Quanto al concetto in sé, ci sarebbe molto da dire. E ci riporta alle vicende di queste settimane.

Come ha scritto Stefano Bartezzaghi su l'Espresso, qualche giorno fa:

«Dare del "fighetto" è una notevole arma polemica: è uno di quegli epiteti (come "snob" o "permaloso" o "anima bella") che per qualche ragione pragmatica non si possono efficacemente confutare. Corrisponde a un richiamo della foresta: è vero, siamo tutti uguali, non pensare di distinguerti. Cosa dovrebbe fare Pippo Civati, che è fra i maggiori indiziati di fighettismo mediale, per smentire l'etichetta? Twittare una foto dei suoi piedi ripresi dalla sdraio? Fare dichiarazioni ultras sul calciomercato, e poi smentirle? Brigare per un posto al governo, da cui golosamente sporcarsi le mani?».

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