Nel senso di Buridano, ma anche di Berlusconi.

“Ferma i tuoi o casca tutto”, fa sapere a Letta attraverso decine di dichiarazioni dei suoi.

Ora, il dilemma è presto risolto.

Il Pd vota alla svelta per la decadenza e quindi il governo non c’è più.

Il Pd non vota la decadenza e quindi non c’è più il Pd.

Non mi pare una situazione risolvibile.

E il metodo Candide adottato dall’entourage di Letta – per cui il governo non c’entra con le fibrillazioni (sic) dei partiti – sembra mostrare la corda. Definitivamente.

Anche perché proprio la stabilità, parolina magica, sembra sempre più astratta e avulsa dalla realtà: quale stabilità si costruisce a botte di ultimatum? Quale responsabilità si può basare non sul bene del Paese ma sulla salvezza del solito singolo?

Il salvacondotto da cercare non è quello per Berlusconi, ma per questo Parlamento: ed è la riforma della legge elettorale, l’unico salvacondotto possibile per restituire sovranità ai cittadini e ridare dignità alla politica. Una legge elettorale che sono due anni (almeno) che gli stessi (!) protagonisti fingono di voler individuare, ma casualmente non ce la fanno, nonostante si rappresentino come novelli padri costituenti.

Tutto il resto sono chiacchiere che dimostrano perfettamente l’inutilità della politica. Ancora una volta.

P.S.: per capire le difficoltà logiche prima che politiche dei larghintesisti, è il caso di leggere la summa di Scalfari di oggi.

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