Oggi Scalfari mi accomuna a Matteo Renzi, dicendo che siamo quelli che cercano di trarre vantaggio dalla confusione del Pd.

La tesi è diffusa soprattutto nell’attuale maggioranza del Pd.

Ora, per Renzi parlerà Renzi. Per quanto mi riguarda la mia è una posizione politica, discutibile quanto si vuole, ma non è affatto strumentale e non si basa sugli episodi (continui) che mettono in difficoltà il Pd, né li favorisce. Anzi, ne soffre, come ne soffrono tutti gli altri, anche se la retorica delle larghe intese mira a tenere tutto sottotraccia.

La differenza è che per me quello che stiamo facendo, e anche il modo in cui lo stiamo facendo, sono sbagliati.

E lo sostengo da mesi, perfettamente inascoltato. E con pochi altri. La maggioranza è al governo, del Paese e del partito.

E non ho deciso io di fare un governo politicissimo, senza scadenza e con ambizioni costituenti, che ha rinviato tutto, le misure economiche e fiscali, la revisione della legge elettorale, i cacciabombardieri e la soluzione delle questioni politiche che conosciamo. E che ha, per gli stessi motivi, cercato di rinviare il più in là possibile anche il Congresso.

Perché è il colmo che si dia la colpa a quelli che non sono d’accordo e non a quelli che (non) fanno le cose.

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