Dopo pochi giorni, il tasso di citazioni delle larghe intese e del paragone con Moro e Berlinguer si è fortunatamente molto abbassato.

Dai toni trionfali della Grosse Koalition (che si chiama così, perché l’abbiamo fatta Grosse) si è presto passati al riconoscimento della situazione di emergenza e alla innovativa definizione di governo di servizio.

Ciò che più colpisce è però la natura del dibattito: perché si procede ancora a strappi, in cui ciascuno cerca di affermare se stesso, a cominciare dall’Imu, ma non solo, e invece si dovrebbe chiarire quali sono i punti (pochi e definiti) intorno ai quali ciascuno si deve mettere in gioco (per non dire ‘annullare’) per il citatissimo bene del Paese.

Solo così la Kleine Koalition (ovvero una coalizione su poche e definite cose) potrà funzionare. Altrimenti sarà un continuo salire e scendere sulle montagne russe. Che non è esattamente quella stabilità a cui siamo stati così autorevolmente richiamati.

Essere corresponsabili significa questo, non essere co-irresponsabili. E le continue fibrillazioni di questi giorni rischiano di essere la vera cifra della fragile unità che si è voluto creare. Precipitando verso una soluzione a cui siamo arrivati così, con una (falsa) serendipità, come per caso. E che rischia di andare avanti così, e di finire così. Alleati un po’ per caso. Un po’ a caso.

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