Ho letto il pamphlet di Luca Ricolfi pubblicato da Feltrinelli, che s’intitola La sfida (curiosamente lo stesso titolo di un libro di qualche anno fa di Sergio Chiamparino, pubblicato da Einaudi).

Il testo è brevissimo e dice cose al solito interessanti, anche se spesso – va detto – non sono d’accordo con le posizioni di Ricolfi.

Il punto per Ricolfi è il seguente:

La mossa decisiva è rinunciare a ogni scambio fra beni ultimi: da una parte la libertà dei contribuenti (meno tasse), dall’altra i diritti dei cittadini (più Stato sociale). La destra dovrebbe rinunciare a finanziare la riduzione delle tasse con i tagli alla spesa pubblica. La sinistra, da parte sua, dovrebbe rinunciare a rafforzare lo Stato sociale con inasprimenti della pressione fiscale.

Ora, da tempo sostengo che l’Italia – che ha una sua specificità, come l’hanno la sua destra e la sua sinistra, per motivi storico-politici che sono notissimi (e anomali) – ha bisogno di una «doppia mossa». Una doppia mossa che ha qualche analogia con la soluzione bipartisan che Ricolfi promuove, ma di cui si dovrebbe, innanzitutto, occupare la sinistra. Almeno a mio avviso. E, soprattutto ora, che in verità destra e sinistra governano insieme. Eppure non mi pare che si siano orientate come vorrebbe Ricolfi. Anzi.

Parlare di evasione fiscale (non se ne parla più) è giustissimo, soprattutto se le tasse recuperate andassero a una conseguente riduzione delle tasse e non a un aumento della spesa pubblica. E a sinistra c’è qualcuno che lo ripete da tempo.

Si tratta, è bene precisarlo, della riduzione di tasse sul lavoro e sulla produzione e non della riduzione delle tasse sul patrimonio.

Per quanto riguarda la spesa pubblica, oltretutto, molte cose si potrebbero fare, a cominciare dall’introduzione di una legislazione ferrea sul conflitto d’interessi e sulla corruzione, dalla riduzione di alcuni precisi costi e di alcune evidenti ripetizioni tra enti (tra loro) e aziende pubbliche (tra loro e con gli enti).

Cose che non sono di destra o di sinistra in termini generali (la difesa della legalità, essendo, per esempio, tema di destra, negli altri Paesi), ma che potrebbero sconvolgere il dibattito. Anche quello che ha dato il via al governo attualmente in carica, che mi pare al riparo da simili slanci, almeno per ora.

È curioso notarlo, perché la sfida di Ricolfi, che si rivolge alla sinistra e alla destra, che ora governano insieme (per la verità lo hanno fatto per un anno intero prima di ora), è che non sembrano affatto pronte a raccoglierla.

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