Ok, panic. Il Pd è nel caos più totale. Siamo arrivati al 101esimo nome per la reggenza, volevo dire la segreteria. I meglio informati dicono che c’è in ballo anche uno scambio tra Bersani e Speranza, tra capogruppo e segretario. Entrambi negano. Si fa, da ultimo, il nome di Maurizio Martina, appena nominato sottosegretario. Nel frattempo, D’Alema va a Firenze e attacca Renzi. Avanti così.

A me dispiace, ma invece di scegliere qualcuno che poi possa fare il segretario, lo ripeto per la milionesima volta, ci vuole qualcuno che organizzi – in tempi brevi e con le regole che conoscete – il Congresso, in funzione di arbiter correntiarum. Altrimenti, nessun nome convincerà tutta l’assemblea. E con il voto segreto, ci ritroveremmo nella sindrome da romanzo Quirinale che abbiamo già conosciuto.

Più che i franchi tiratori, qui c’è bisogno di franchi ritiratori: ovvero, che tutti coloro che hanno una qualche ambizione sul futuro del Pd, legittima e anzi auspicabile, facciano un passo indietro domani, per fare un passo avanti da lunedì in poi: candidandosi a un Congresso aperto, chiedendo il voto degli elettori e augurandosi che questi ultimi aumentino. Tutto il resto è controproducente, datemi retta.

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