L’ordine del giorno votato a larga maggioranza a Reggio Emilia.

Ordine del giorno dell’assemblea provinciale PD di Reggio Emilia

I prossimi passi del PD nelle istituzioni.

Come molte volte sottolineato dalle più alte Istituzioni – Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale – l’attuale legge elettorale è del tutto inadeguata e produce effetti distorti nella rappresentanza, così come è comprovato che non favorisce affatto la governabilità del Paese.

Va quindi cambiata, con urgenza. Lo impone tra l’altro il quadro politico precario uscito dalle ultime elezioni, che col loro esito tripolare non individuano alcuna vera maggioranza autosufficiente e plausibilmente durevole in Parlamento.

Non v’è alcuna ragione perché l’elaborazione d’una nuova legge elettorale, che richiede semplice legiferazione ordinaria e che potrebbe anche risolversi con un ritorno al Mattarellum, debba essere demandata ai tempi lunghi e alle incertezze di processi d’ordine costituzionale.

Il PD di Reggio Emilia chiede quindi che i suoi parlamentari e i suoi rappresentanti nazionali si facciano promotori d’una azione decisa per il cambiamento immediato, entro pochissime settimane, della legge elettorale.

L’idea di una “Convenzione” per la riscrittura di parti rilevanti della Costituzione era stata avanzata da Pierluigi Bersani e dalla Direzione nazionale PD in un contesto molto diverso dall’attuale: nell’ipotesi di un governo di minoranza imperniato sul solo PD, avrebbe dovuto rappresentare il luogo d’assunzione di responsabilità per tutte le altre forze rilevanti presenti in Parlamento (PDL, M5S).

La formazione a maggioranza larga PD-PDL-SC del governo Letta, che comprende anche un Ministro per le Riforme Costituzionali, rende assai meno scontata la scelta della “Convenzione” stessa: difficile pensarla possibile con chi occupa i tribunali e può evocare continuamente il tema della fiducia al Governo.

A dimostrazione di ciò, si vanno moltiplicando in queste ore i pronunciamenti autorevoli contrari, a partire da quello dei Comitati Dossetti per la Costituzione (firmato da decine di costituzionalisti) che ha sottolineato come «non si debba far appello a Commissioni o Convenzioni paracostituenti per progetti complessivi di riforma, ma che si debba procedere con riforme puntuali discusse e realizzate con le procedure previste [art. 138] istituto per istituto» e ha fatto propria «la riserva espressa dal prof. Onida nella relazione finale del Gruppo di lavoro istituito dal Presidente della Repubblica, secondo la quale il progettato ricorso a organismi redigenti non previsti dall’ordinamento, rischierebbe di “innescare un processo ‘costituente’ suscettibile di travolgere l’intera Costituzione” di cui, pur nelle opportune puntuali modifiche, vanno mantenuti fermi “i principi, la stabilità e l’impianto complessivo”».

Anche alla luce di queste condivisibili considerazioni, il PD di Reggio Emilia chiede che i suoi parlamentari e i suoi rappresentanti nazionali: (1) promuovano una più attenta riflessione del Partito Democratico in quanto tale sull’opportunità di dare vita ad una “convenzione” costituzionale; (2) sorveglino attentamente sul processo legislativo che, eventualmente, arrivasse a darle vita, per mantenerlo nell’alveo dei principi costituzionali vigenti; (3) si adoperino nel caso perché lo spirito dell’art. 138 (maggioranze qualificate) possa regolarne il funzionamento, anche tramite l’individuazione di un presidente espresso dalla forza parlamentare di minoranza più consistente.

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