Tra qualche minuto si riunirà il mitico caminetto del Pd. Un caminetto allargato (versione barbecue) ai segretari regionali.

I big del Pd – protagonisti delle straordinarie settimane che abbiamo appena trascorso – dovranno trovare una soluzione condivisa (dove l’ho già sentita?) per l’assemblea di sabato.

Il mio consiglio è sempre lo stesso: per evitare di annullare la discussione che dovremo fare al Congresso (e non prima), per non dare l’impressione che i dimissionari lo siano solo a parole, per non creare ulteriori divisioni e delusioni, facciamo in modo che la figura individuata per portarci (presto!) al Congresso sia davvero super partes e di garanzia (da Castagnetti a Berlinguer, per intenderci) e che nessuno abbia intenzione di cambiare ora le regole.

Di tutto, si parlerà a partire dal giorno dopo. Si discuterà se è il caso di separare la figura del premier e quella del segretario (per altro, segnalo che il premier ce l’avremmo già), se configurare un partito a misura degli iscritti o degli elettori (o di entrambi, se ci riusciremo), se premiare la linea più governista (anzi, governissimista) o quella più alternativista (ci siamo capiti), se avere ancora un caminetto (già).

Un Congresso aperto in cui tutti possano sfidarsi sul futuro del Pd e del centrosinistra: in cui ci si presenti, insomma, per rappresentare gli elettori del Pd e non i capibastone.

Per citare una celebre (e infelice ma ahinoi attualissima) espressione, ci salveremo nel Congresso e non dal Congresso. Ci salveremo discutendo e dividendoci non in correnti e sottocorrenti, ma sulle opzioni di fondo che abbiamo visto all’opera anche in questi tristi giorni. Ci sarà chi si rivolgerà a Sel e ai delusi (dal Pd, sia che si trovino già fuori, sia che insistano per rimanervi), chi illustrerà le ragioni di un partito più moderato, chi dirà che abbiamo sbagliato tutto e chi che stiamo facendo tutto il possibile per il bene del Paese. Ci sarà anche qualcuno, più romantico, che dirà che abbiamo fatto tutto benissimo.

E ci sarà anche chi – liberamente – sosterrà che dovremo andare a votare presto e chi spiegherà che ne riparleremo tra almeno due anni.

Sarà un Congresso, per capirci. Nulla di più, nulla di meno.

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