Pare che il dibattito interno del Pd si stia focalizzando sulla questione dell’albo per le primarie.

A cui iscriversi, fino a una settimana prima del voto, per poter partecipare alle primarie stesse.

Ma perché la data delle primarie sia davvero albo signanda lapillo sarebbe il caso di non pretendere la complessa pre-registrazione in un albo.

Perché in un periodo così, in cui i cittadini votano poco anche alle elezioni, sarebbe un freno notevole alla mobilitazione e alla partecipazione: e un semplice sondaggio tra i propri conoscenti lo confermerebbe a ciascuno di noi.

Perché i pericoli di infiltrazione non sarebbero in ogni caso fugati (si possono taroccare le tessere, figuriamoci gli albi).

Perché non è chiaro quale sarebbe la base di partenza di quest’albo: il riferimento alle ultime primarie del centrosinistra ci farebbe risalire addirittura al 2005. Le edizioni successive riguardano il solo Pd e il problema, quindi, rimarrebbe per le altre forze politiche (come Sel) che sembrano interessate a partecipare all’edizione 2012.

Perché infine sarebbe molto complesso stabilire le sedi nelle quali raccogliere i dati (fin dai loro orari di apertura) e la certezza di poterlo fare senza che nessuno ci metta mano, diciamo così, nottetempo.

Insomma, l’albo è meglio non prevederlo: meglio sarebbe irrobustire i controlli e le verifiche, in tempo reale, magari digitalizzando le primarie, come si è proposto di fare a Palermo (e poi non si è fatto). E confidare nell’attenzione che tutti presteranno, ai seggi, per evitare episodi spiacevoli, e al rispetto delle regole che tutti i candidati – e i loro comitati – vorranno osservare, pena l’annullamento della loro partecipazione alle primarie. E dico sul serio.

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