E l’ultima sostituzione.

Gli aruspici avrebbero potuto prevederlo, questo finale, perché Alessandro Del Piero è la dimostrazione vivente che la perfezione non esiste. Ci si può avvicinare, come nel suo caso. Ma non si può raggiungere. E per certi versi, è anche un sollievo, se ci pensate.

La Coppa Italia di ieri sera sarebbe stata la decima della Juventus, l’ultima coppa alzata dal Capitano, l’ultima finale vinta, magari con un suo gol. Decisivo. Come è capitato nelle partite precedenti, in questa stagione che Del Piero ha seguito soprattutto dalla panchina, ma che in Coppa giocava. E segnava. Contro il Milan e la Roma, per dire. Nei quarti e nelle semifinali.

http://youtu.be/WfzY91TwlVI

Diciannove stagioni, che sono un tempo omerico, sarebbe stato un finale perfetto, dopo lo scudetto riconquistato alla maglia juventina. Con un gol di Alex, per altro, a sancire definitivamente le cose.

Sarebbe stato tutto perfetto, appunto.

Ma le finali si sa che sono un problema per la Juve. E per Del Piero, in particolare. Che hanno rovinato l’adolescenza a molti, quelle finali, dalla Champions agli Europei di tre edizioni fa, che Del Piero sbagliò tutto quello che c’era da sbagliare, entrando nel secondo tempo e facendosi beffare dall’Argentino a cui avrebbe poi regalato assist e sponde per tanti anni ancora.

E allora succede che, dopo un primo tempo che c’era un rigore grande così su Marchisio, ma che il Napoli aveva giocato benissimo, e un secondo tempo iniziato con una cavalcata di Del Piero sulla destra fermata da un guardalinee mandato dal destino a rovinare le cose, Conte lo sostituisce. E lo sostituisce, si capisce dallo sguardo, non per fargli prendere gli applausi, ma per spiegare, ancora una volta, com’è capitato mille volte, anche con altri allenatori, che è lui che comanda. E che decide. E siccome di solito vince, beh, tutti a dire, ha visto giusto anche stavolta. E vedrai Vucinic e Quagliarella.

Ma poi succede anche che ci sia, dopo qualche minuto, una punizione dal punto esatto dal quale, di solito, le scaglia Del Piero. Ci va Pirlo, mica un pirla, uno che gioca meglio di chiunque altro, e che è stato regalato alla Juventus per farla tornare a vincere dopo anni di purgatorio.

Va Pirlo, dunque, e la tira sulla barriera. E uno non può non pensare che.

Anche Alex era lì che lo pensava. Pensava a quella corsa sulla destra, a quel tiro ribattuto nel primo tempo, a tutto quello che sarebbe potuto essere, e non è stato. Anzi, lo è stato. Tantissimo. E allora si può guardare il campo con gli occhi lucidi, che vuol dire che c’è commozione, ci mancherebbe, ma che c’è una soddisfazione per tutto quello che è successo. E che sarebbe da stronzi non essere superfelici, per una storia così. E chi se ne importa della sostituzione. E di tutto il resto.

E allora ha ragione l’altro Alex, che mi ha ospitato anche ieri sera, per la partita: che va bene così, che non si può vincere sempre, che anche questa storia dell’imbattibilità era un bel talismano, ma a un certo punto finisce.

Del resto, più che la finale della Juventus, appagata dallo scudetto e affrontata da un Napoli scatenato, era il finale di Del Piero.

E non poteva essere che così, se ci pensate. E non fatevi più venire rimpianti. Concentratevi su un momento preciso, per festeggiarlo, quel giocatore straordinario.

I più anziani ricorderanno quel gol alla Fiorentina, o in quelle immagini sgranate della Coppa Intercontinentale. Altri, più giovani, si soffermeranno sulla lunga teoria dei gol alla Del Piero o su quella semifinale (che ci vengono meglio, le semifinali) con quella danza al limite dell’area, contro il Real Madrid. O sul gol che ci ha portato a Berlino. O sulla punizione da un chilometro finita sotto la traversa, in quella partita di coppa che non ci si ricorda come si chiamavano gli avversari. O sulla rovesciata contro il Milan o sulla punizione all’Inter, per i due scudetti perduti per via del telefono.

Personalmente, invece, penso a quella rincorsa, certamente, in cui Alex parte come un ragazzino, dalla propria area di rigore, di cui ho parlato mille volte.

http://youtu.be/qVM-VAidHNU

Ma soprattutto a quella partita al Bernabeu, quando Alex «era già finito» (sì, ciao) – lo si è detto spesso, di lui, per almeno un decennio – e in particolare a quel gol che Del Piero ha tirato di sinistro, con il più mancino dei tiri, da lontano, sul palo lontano.

Quella sera dorata, in cui tutti applaudirono. E mi basta così.

http://youtu.be/88Hne58eq5o

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