Ma chi l’avrebbe mai detto, che scende in campo Luca Cordero di Montezemolo? E che vuole riorganizzare il centrodestra? Incredibile, vero? Non ci si capacita.

Con lui ci sarebbe Diego Della Valle. Sorpresona.

Propongono “la rivoluzione liberale che Silvio (che chiamano così, confidenzialmente, perché l’hanno votato a lungo) ha sempre promesso e non ha mai fatto”.

Farà una convention a luglio e nulla sarà più come prima.

Pare che anche Casini frigga, e ormai anche Angelo Panebianco, in prima, sul Corriere, scommette che si butterà a destra. Non tutta la destra, pare, ma un bel pezzo sì.

Lo schema di cui avevamo spesso parlato, il Pac (nel senso di Passera, Alfano, Casini) probabilmente diventerà un Cap (come alle Poste, solo che Passera, parecchio deludente, scivola al terzo posto) e si arricchirà di altri acronimi (tipo LCdM, appunto).

La Lega cosa farà? Non è molto difficile prevederlo. A meno di sconquassi, non può certo permettersi di far saltare le tre grandi Regioni in cui è al governo (in due casi esprimendo direttamente il presidente). E allora Maroni presenterà un volto nuovo, più desistente che resistente verso il nuovo centrodestra dei soliti e dei poteri forti.

Questo è lo schema. Peccato non averlo capito per tempo.

Certo, con il doppio turno, tutto potrebbe andare al proprio posto. Immaginate cosa succederebbe nel 2013: al Nord la battaglia si riaprirebbe, perché la Lega si presenterebbe da sola al primo turno e al secondo turno, nel caso, darebbe una mano al Cap. I risultati sarebbero di parità, a quel punto tra il centrosinistra e il centrodestra, con una vittoria del primo nelle grandi aree metropolitane, e un’affermazione dei secondi nella fascia pedemontana e nei piccoli e medi centri urbani.

Al centro vincerebbe il modello classico del centrosinistra tradizionale.

E al Sud sarebbe un cappotto a favore del Cap, perché il Pd è marginale, e sono esplose alcune stelle comete che nel recente passato sembravano prendersi il Mezzogiorno a mani nude.

Le somme tiratele voi, che non è poi così difficile.

Così succederebbe, a meno che anche il centrosinistra non si decida a riorganizzarsi (diciamo così: perché la parola giusta sarebbe “ripoliticizzarsi”). Ma a questo punto, con i nostri che ancora chiedono a Casini di venire con noi, e parlano in un linguaggio che fatico a comprendere anch’io, mi sembra difficile.

P.S.: poi magari la legge elettorale non riescono a cambiarla lo stesso, proprio perché a Casini piace vincere facile. Perdendo. Perché il Porcellum dà anche quella possibilità, lasciando una certa incertezza tra Camera e Senato…

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