Primo contributo:

La Torino-Lione si farà grazie a un corposo taglio dei costi alle opere. Taglio in senso lato: lo strumento che abilmente è stato usato per produrre il risultato migliore è la cosiddetta «fasizzazione». Si fa finta di rinviare, ma in realtà si cancellano per sempre opere pesanti (e inutili). Per la tratta nazionale si fa ricorso alla linea storica e certi funambolismi e progetti faraonici del passato vengono accantonati per sempre. […] Ha senso su brevi tratti portare la velocità progettuale a 300 chilometri l’ora se il treno in quello spazio non ci arriva o magari contribuisce a risparmiare solo qualche minuto a fronte di qualche centinaio di milioni di spesa? Oppure è necessario prevedere l’alta velocità passeggeri in abbinata con il trasporto delle merci?

Secondo contributo, tratto da un documento di grande interesse:

Il tunnel Torino-Lione è quello per cui le previsioni sono più ottimistiche: «Difficile da giustificare, dato il calo continuo dei traffici negli ultimi 10 anni». «Se il nostro vicino fosse stata la Gran Bretagna e non la Francia – dice Beria – il nuovo tunnel non verrebbe mai fatto» poiché gli inglesi sono molto più attenti all’analisi dei costi e benefici dei progetti. La domanda attesa è «realisticamente elevata» per la Milano-Venezia, ma attenzione, ricordano gli autori: «Traendo lezione dagli errori commessi per la Milano-Torino, la Milano-Venezia dovrebbe essere costruita con maggiore attenzione ai collegamenti a medio raggio, con un modello tedesco o svizzero, senza necessariamente puntare alla massima velocità».

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