Complimenti vivissimi.

Da Repubblica di oggi, alcuni stralci delle conversazioni telefoniche della «cricca» delle scorie, che aveva – a quanto pare – molte entrature al Pirellone:

Più difficile, per il clan di Locatelli, era riuscire a centrare un nuovo, spregiudicato business: utilizzare le scorie di acciaio per il fondo della Tav. La tratta in questione è l’alta velocità Brescia-Treviglio. L’imprenditore ne parla con il suo braccio destro Giovanni Pagani. «Ho incontrato Trotta (responsabile per la Pizzarotti spa del cantiere Brebemi di Urago d’Oglio, ndr)… non mi sono permesso di dirgli se si possono usare le scorie al momento…». Pagani: «Eh, una cosa per volta». «Sì, perché sai che sotto la ferrovia non volevano, perché dicevano che facevano… il discorso del magnetismo».

Per i cultori della materia, qui si parla di «Gomorra del Nord», del «Toscano» e del «pony express». E spunta anche il «Nano ghiacciato», un assessore della giunta regionale, citato nelle conversazioni del «cartello» delle scorie.

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