Mi permetto di rispondere ai draghi, senza volermi sostituire a San Giorgio.

In corsivo le fiammate dei draghi.
 
No all’inserimento del vincolo di bilancio nella Costituzione.
 
Sono d'accordo, e lo pensano anche molti economisti (a cominciare da Tito Boeri).
 
Rifiutarsi di pagare il debito, come modo di difendere la Costituzione.  
 
Naturalmente non si può fare da soli (non siamo l’Islanda): il default, anche controllato, distrugge ricchezza in ogni caso e chi ci rimette di più sono i piccoli e deboli. Si può e deve fare pressione perché tutta l’Europa ricontratti il debito con le banche, mettendo così forse anche gli Usa nelle condizioni di fare lo stesso: e bisogna dire che i governi di destra di Francia, Germania e Italia lo stanno impedendo, anche per garantirsi il sostegno dei loro gruppi di potere di riferimento alle elezioni dell’anno prossimo.
  
Difesa dei beni comuni, come da referendum.
 
D'accordo anche su questo, ma togliamo di mezzo gran parte delle settemila società pubbliche, che non amministrano nessun bene comune e servono solo a garantire il ceto politico. Questa è la vera liberalizzazione, non quella di B.
 
Riformare scuola e università dal basso.

Ormai, non si riesce a invertire lo sfascio della scuola se non si coinvolgono attivamente docenti, studenti e famiglie in ogni singolo plesso. Anche la riforma della governance dell’università va esattamente in senso contrario, tutto verticistico: penso che debbano essere restituite, scuola e università, alla responsabilità di chi ci lavora, con i necessari vincoli per la spesa e incentivi (invece che controlli) sui risultati conseguiti.
 
Diffusione delle garanzie, senza provocare scontri intergenerazionali.

Tra Enea ed Anchise, d'accordo anche su questo. Soprattutto sul fatto che anche Ascanio si sia ormai affacciato sulla scena del mondo.

Paghi la crisi chi l’ha prodotta e chi se n'è giovato: tassazione delle rendite, delle transazioni finanziarie, dei patrimoni mobiliari e immobiliari.

D'accordo su tutta la linea.
 
Le risorse vanno reperite nel mondo della finanza.

Mi pare espressione un po' ingenua, ma ne capisco l'idea di fondo.
 
Non ascoltare Trichet e Draghi.

In verità, lo dico ai draghi, Berlusconi, finché c’è, potrebbe fare peggio, come ha fatto: cioè aumentare la discriminazione e il debito (+15% negli ultimi quattro anni) contemporaneamente. La Bce una preoccupazione per la questione giovanile, nella famosa lettera, la manifesta e indica cosa fare (recupero della precarietà e creazione di occasioni di lavoro), anche se in Italia, questo passaggio, è stato un po' sottovalutato (eufemismo).

Costruiamo una terza repubblica.

Antico slogan di Prossima Italia.

Fondata sui beni comuni.

Sì, ma non solo, però. Seguendo Ugo Mattei, c'è lo Stato, c'è il mercato, ci sono i beni comuni.

E non sugli interessi privati.

La nostra Costituzione dice: lecito perseguire interessi privati, mantenendo la responsabilità sociale delle proprie iniziative. E se cominciassimo ad attuare davvero questo?

Questa generazione non si arrenderà alla rassegnazione.

La conclusione migliore.

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