Anche Peppino Caldarola si diverte con i 'giovani' del Pd:

Gli indignati scendono in piazza per cambiare il mondo, il Pd offre a questi ragazzi solo la scelta tra Renzi o Civati.

Caldarola parla di «indignatos» (sic) e non vuole «apparire demagogo»:

Corro deliberatamente il rischio di apparire demagogo se osservo che proprio negli stessi giorni in cui centinaia di migliaia di giovani culturalmente agguerriti e preparati celebrano per le strade il loro rifiuto di essere rifiutati, i giovani del Pd si misurano in due settimane in tre convegni contrapposti per constatare chi di loro deve prendere il posto, Dio piacendo, dei leader che tuttora comandano. Il Pci, che era il Pci, di fronte al ’68 si aprì e un suo vecchio segretario, un capo militare della Resistenza come Luigi Longo, volle incontrare i capi di quel movimento. Persino il predestinato Massimo D’Alema uscì dalla sezione comunista e si mischiò ai giovani contestatori. Il Pd, invece, manda a dire ai ragazzi indignati che potranno invece scegliere fra Renzi, Civati, Fassina, Orfini e Serracchiani. Geniale!

Ecco. Forse sarebbe il caso di informarsi un po' di più, per evitare di fare confusione. Perché Il nostro tempo non è un convegno, ma una piazza, a cui sono invitati, tra gli altri, proprio «i protagonisti del movimento». Con cui oggi qualcuno di noi sarà in piazza, con cui interloquiamo da tempo, perché noi non «mandiamo a dire» proprio niente, ma ci confrontiamo e discutiamo. E non andiamo solo a sfilare in manifestazione.

Anzi, proprio in ragione di quel «passaggio» culturale di straordinaria rilevanza su cui si sofferma Caldarola, avevamo inizialmente pensato – guarda un po' – di tenerla il 15 ottobre, la manifestazione. Poi abbiamo deciso di spostarla di una settimana, proprio per poter discutere di quello che sta accadendo in questi giorni anche a Bologna.

Ci vediamo in piazza Esedra, poco prima delle due. Tutto il resto è un rumore lontano.

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