Girano alcune leggende metropolitane su Il nostro tempo e vale la pena di chiarire alcune cosette. Ecco le risposte (le domande essendo sottintese):

Non sarà un'iniziativa come le altre, e proprio per questo non sarà in contrapposizione con nessun'altra. Abbiamo cose più importanti da fare, tipo.

Nessuno viene a Bologna per posizionarsi, ma per fare politica.

Per "fare politica", s'intende pensiero, dialogo, relazione, azione.

Ci saranno cinque campagne molto forti, da interpretare a livello politico generale e di persona, personalmente. E ci sarà un appello per il Sud, e per l'Europa. E tante altre cose che se volete, verrete a scoprirle direttamente.

Ci saranno molti interlocutori, non testimonial, perché non è uno spot.

Ci saranno cose serie, e modalità leggere. Smart, non smort, insomma.

Non si candiderà nessuno, perché si candideranno tutti, e non è uno scherzo.

L'iniziativa non finirà: l'evento proseguirà nei prossimi mesi, in tutta Italia, anche perché l'evento arriva da tutta Italia e da molti mesi di lavoro.

Se devo immaginare le tag, metterei: cambiamento, democrazia, dalbasso, partecipazione, energia, movimento, legalità, ambiente, donne, giovani, cultura, innovazione. In una tag sola, futuro.

La sede sarà una piazza, coperta però, perché siamo in autunno (anche se vorremmo proseguire con la bella primavera della politica italiana).

All'evento parteciperanno esponenti di tutte le sensibilità, e sono stati invitati tutti a discutere con noi, da Romano Prodi a Pierluigi Bersani, per capirci.

Per una volta ci saranno movimenti e partiti a confronto, e anche esponenti della società civile che si battono con forza per cose giuste. E che si sentono soli, e soli non devono restare.

Tutto quello che diremo, infine, ci impegneremo a fare. Perché il problema più grande della politica italiana è la credibilità. Già.

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