Un articolo del vostro affezionatissimo, oggi, su Europa.

Un’occasione straordinaria per aprire di nuovo il dibattito sulla legge elettorale, finora confinato all’interno del Palazzo, tra i tecnici e le segreterie politiche dei partiti. Quando parlo di “ospitalità” a questo, prima di tutto, mi riferisco. Alla possibilità di mettere a disposizione dei cittadini una sede di dibattito e di approfondimento, senza appropriarsi della loro mobilitazione e senza però trascurarne il valore civico e politico. Era successo con i referendum dello scorso giugno, quando il Pd a livello locale promosse la raccolta di firme e a livello nazionale, invece, prevalsero, a lungo, le incertezze. Come allora, anche oggi non è questione di sciogliersi nel movimento, ma di offrire una sede di incontro e di confronto, anche per accorciare la distanza tra politici e cittadini, che è la vera questione in gioco, in questo paese, da molto tempo. In questo senso, nel referendum anti-Porcellum, metodo e merito si incontrano, perché l’oggetto del referendum richiama anche a una diversa modalità di comportamenti, fin da ora, per i partiti politici che sono chiamati a cambiare la politica italiana, i suoi meccanismi di selezione, la trasparenza con cui accompagna i propri atti e la tracciabilità delle decisioni che assume.
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