Viene in mente Stefano Benni a leggere l'ultimo pezzo del Popolino rinnovato. Il tecnico della salvezza, per un Paese senza politica. Anzi, per il Paese che ne ha troppa, di politica, solo che non funziona, e lo sa. E allora, ad un certo punto, con la puntualità di un ekpirosis stoica, si chiama quello che mette ordine. Che fa le cose che dovremmo fare noi, che però non ne siamo (stati) capaci, e ce le farà pagare a noi, che a quel punto accettiamo il periodo di penitenza.

C'è molto della confessione dei peccati, in tutto questo. Quando arriva il Grande Inquisitore, una volta da Bankitalia, ora da Bce che fa più fico, siamo tutti disponibili al sacrificio. Per un po'. E confidando che nulla cambierà davvero.

Come se dicessimo: abbiamo fatto un casino, abbiamo sperperato e bruciacchiato tutto. Abbiamo evaso le tasse, fatto debiti, fatturato in nero. Non chiedevamo lo scontrino perché ci faceva comodo lo sconticino subito, piuttosto che un Paese decente chissà quando. Abbiamo tagliato la coda allo sportello, lisciato il primario extra moenia per farci fare l’operazioncina, abbiamo parcheggiato in doppia fila, non protestate, finisco il caffè e la sposto subito. Abbiamo protestato col professore per far cambiare il 5 in geografia dato al nostro figlio asino, e lo stesso a Natale gli abbiamo regalato lo scooter nuovo. Abbiamo mischiato l’umido con la plastica. Abbiamo affittato la seconda casa in nero, e cornificato la moglie con la badante irregolare. Abbiamo fatto assumere decine di migliaia di idioti perché pur se idioti erano i nostri idioti, erano parenti o amici fidati, e pazienza per quelli bravi che sono andati a metter assieme Royale con formaggio da Mc Donalds o, se fortunati, all’estero a far di meglio. Avevamo un po’ di soldi da parte, ma invece di usarli per aprire un’aziendina abbiamo acquistato venti garage in centro, anzi, li abbiamo fatti appositamente costruire. Oppure l’aziendina l’abbiamo aperta, sul serio, ma all’estero.

Avevamo le nostre cazzo di ragioni, ok? Abbiamo eletto dei banditi, o al massimo dei mediocri, li abbiamo arricchiti, li abbiamo rieletti, e oggi protestiamo contro quella casta che abbiamo creato con le nostre croci su milioni di schede, anno dopo anno. Abbiamo eletto un miliardario che è il più bandito di tutti Presidente del Consiglio. Tre. Volte. Perché ci faceva comodo, perché noi siamo quella roba lì, ce la siamo cercata con lucida follia, tutta e fino in fondo. Sognavamo di poter cacciare il nostro rais: quegli altri ce l’hanno fatta, pare, noi non possiamo, nel caso dovremmo cacciare noi stessi per primi.

E quindi, adesso dateci un bel Governatore di Banca Centrale, uno che non è stato eletto da un cazzo di nessuno, ce lo meritiamo. Uno che ci salvi il culo, e pazienza se nel frattempo ce lo sodomizza, lui sì, fortissimo. Sopporteremo, e berremo l’amara medicina, ci faremo spellare vivi, sappiamo di meritarcelo.
Almeno per ora. Poi, chiaro, si ricomincia daccapo: che vi credevate?

Ecco qual è la più grande sconfitta politica. Complessiva. Che non a caso riguarda anche le forze politiche di opposizione. E il sistema politico nel suo complesso. Perché c'è l'emergenza e la transizione. Da sempre. E allora ci vuole qualcosa che negli altri Paesi non si sognerebbero mai di fare. Perché negli altri Paesi, quando un governo fa cacare, si chiedono le elezioni. E si organizza un progetto politico alternativo e il campo di forze disponibile a sostenerlo. Convinti di vincere e di fare bene. O, comunque, il meglio possibile.

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