Illuminante articolo di Roberto Basso (che sarà domenica ad Albinea), oggi, su Europa.

Questo mutamento oggi viene riconosciuto dalle ricerche: dal 9° rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione all’indagine sul lessico degli italiani di Demos-Coop a cura di Ilvio Diamanti, pubblicata lunedì scorso, secondo la quale la parola più “in” è appunto solidarietà, seguita da merito, energia pulita e bene comune. La constatazione che il clima sociale stesse già cambiando non equivale però ad affermare che il risultato politico di questo mutamento potesse essere colto da chiunque.

Affinché si affermi, una potenziale leadership dev’essere coerente con la sua epoca. Per esempio: le primarie sono coerenti con una domanda rinnovata e imperiosa di partecipazione; l’investitura ufficiale di un solo candidato da parte del partito principale non lo è (lo dimostrano i risultati di Vendola e Renzi nel passato, di Pisapia e Zedda più recentemente).

Pare utile ricordarlo anche perché nel 2012 si svolgerà un ampio turno di amministrative, e come insegna la storia recente è già il momento di muoversi. Insomma questa primavera italiana trova nel Partito democratico un soggetto capace di partecipare al cambiamento.

Per guidarlo deve evitare due errori. Il primo: non deve considerarsi autosufficiente nella società, dalla quale emerge la voglia di contare nella definizione dell’offerta politica. Il secondo: deve aprire concretamente la guida del partito ai nuovi quadri che quotidianamente si impegnano in un dialogo continuativo con gli elettori. Per individuare dal basso quella figura che sarebbe credibile nel candidarsi a guidare l’Italia in una fase di transizione in quanto coerente con i valori che promettono di caratterizzarla.

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