Perché la cosa che colpisce di più dell'inverosimile saga dei due ministri padani in Villa Reale, è il fatto che, dopo vent'anni, si possano fare un po' di bilanci sul reale contributo della Lega alla causa del Nord.

E così, con Andrea e Stefano, che con me lo scorso anno hanno elaborato un prezioso manuale, ci siamo messi a riflettere su quello che è arrivato, in questi anni, oltre alle scrivanie di Bossi e Calderoli.

Il bilancio è impietoso:

– i tagli progressivi agli enti locali, senza alcun premio ai Comuni virtuosi;
– la difesa a spada tratta (è proprio il caso di dirlo) delle Province;
– la cancellazione dell'Ici solo per i più abbienti (perché per i ceti medi e bassi era intervenuto il governo Prodi);
– il record assoluto per i doppi incarichi;
– i numerosi episodi di parentopoli;
– la privatizzazione dei servizi idrici (voto a favore del decreto Ronchi, alla faccia delle ampolle);
– la promozione dell'energia nucleare (con decisione romana, fortunatamente superata dal referendum);
– il consumo di suolo (a proposito di identità, di difesa delle tradizioni e del paesaggio);
– le deroghe, le proroghe e gli sconti agli agricoltori multati per le quote latte;
– la Rai che, piuttosto che essere trasferita a Milano, è stata lottizzata a Roma;
– le polemiche con Roma e la pajata riparatrice;
– l'aeroporto di Malpensa e la costosissima soluzione di Alitalia;
– il federalismo fiscale che è ancora una promessa;
– le politiche di contrasto all'immigrazione con leggi regionali inutili e anticostituzionali;
– lo scudo fiscale, per chi aveva trasferito i propri soldi all'estero, solo al 5%;
– le infrastrutture che stiamo ancora aspettando;
– il servizio ferroviario che peggiora ogni anno di più;
– le mitiche ronde, di cui non parla più nessuno.

Se non è servita al Nord, la Lega, figuriamoci al resto del Paese.

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