Da Europa, l'ottimo Rudy Francesco Calvo sintetizza così:

Un tema che incrocia anche la selezione dei parlamentari. Il Pd propone una legge elettorale basata in gran parte sui collegi uninominali, all’interno dei quali si potrebbero anche applicare le primarie per la selezione dei candidati. Sulla possibilità che lo stesso strumento possa essere adottato per definire le liste bloccate previste dal porcellum, però, sono quasi tutti contrari (con l’eccezione del solo Civati): troppo difficile assicurare in questo modo l’equilibrio tra i territori, tra i generi e tra competenze e innovazione.

La legge elettorale che il Pd sta studiando, in verità, prevede che metà dei parlamentari siano comunque scelti con il proporzionale (un Mattarellum esteso è quello di cui si discute). Ma non è questo il punto.

Il punto è che si vuole archiviare la possibilità che i candidati del Porcellum siano scelti con le primarie. Nonostante le aperture del Pd del Friuli e della Liguria, di alcune federazioni emiliane e del gruppo dirigente toscano.

Lo troverei molto grave, sinceramente. Se i parlamentari rimanessero porcellini, come ripeto ormai da almeno tre anni, perderemmo una grande occasione di partecipazione e anche una clamorosa chance (sotto il profilo politico ed elettorale) per dimostrare che siamo diversi e che vogliamo cambiare.

Bersani, in direzione, ha chiesto di riservare una quota alle competenze, alle minoranze e al profilo di governo. Tutto questo non confligge affatto con la possibilità che gran parte delle liste siano aperte alla scelta degli elettori prima di sottoporsi alle elezioni vere e proprie e alle liste del Porcellum. Anzi. Dalle stesse liste, potrebbe emergere quella qualità di cui abbiamo bisogno, rafforzando le indicazioni della segreteria nazionale.

Ricordo, da ultimo, due cose: la prima è quella che riguarda il limite dei tre mandati, per tutti. Se il segretario si candidasse a premier, potrebbe essere applicata a tutti, come prevede lo Statuto, senza nemmeno il ricorso alle deroghe.

La seconda è che da mesi parliamo di un'«assemblea costituente» per il dopo Berlusconi. Sono d'accordo, ma vorrei che fosse un'«assemblea costituente» costituita, come quella del dopoguerra, dalle migliori figure politiche e dal concorso della società civilissima che abbiamo ritrovato negli ultimi mesi.

Si dice che la proposta civica sia quella di LCdM, che ha molti cognomi, è vero, ma noi, tutti insieme, ne abbiamo molti di più. Non dimentichiamocelo. Non ora.

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