«Esci da Facebook e vai sul territorio!». Ecco, ritorno ancora sul tema, perché Linkiesta ha fatto un ottimo lavoro, da registrare tra i preferiti.

Con la primavera del 2011 si è scoperto che le persone, soprattutto in presenza di un sistema dell'informazione che non ha fatto acqua da nessuna parte, potremmo dire, si affidano al web. Com'è ovvio che sia, perché tantissimi lavoratori ormai si trovano davanti a un computer, uno degli elementi caratteristici della loro quotidianità. 

Per non parlare, poi, dei telefonini, nel Paese in cui il telefono non è certo una concessione (cit.).

Da ultimo, si fa notare, che la politica sul web è più diretta e più umana e consente quella cosa che è difficile, nell'Italia del Porcellum, del conformismo, delle burocrazia e delle clientele, che è la condivisione. Una parola antica e anche un po' retorica, a cui la tecnologia ha dato un nuovo valore e per certi versi un nuovo significato.

Poi, certo, c'è ancora la tv, che conserva la sua forza incommensurabile. Ma che Facebook sia un territorio della politica, come gli altri, e anche un luogo di lavoro (lo so, è paradossale, ma lo è, perché è anche dai luoghi di lavoro che ci si connette), beh, ci voleva il meraviglioso mondo di Pisapie, Sucate, i tormentoni referendari, i badge e gli approfondimenti giornalistici per capirlo. E, forse, lo abbiamo capito.

E non pensiamo che tutto si riduca solo a un like disimpegnato, perché gli articoli più liked in questi giorni erano quelli che davano informazioni più precise e offrivano commenti più articolati, come potete osservare anche dagli apprezzamenti ai post su questo blog. Perché conta l'ironia, ma anche sul web (se non soprattutto) conta avere qualcosa da dire. E da dire a qualcuno, «di persona, personalmente».

Far girare un like, significa spesso poi parlarne la sera, a casa, discuterne all'ora dell'aperitivo, parlarne la mattina, mentre si va a lavorare. E per chi ancora vede distanze siderali tra reale e virtuale, consiglio di ricordare quella frase, secondo la quale «la felicità è reale solo se è condivisa». Questa volta, l'accento va su «reale», per tanti motivi. Anche senza citare le rivoluzioni del Maghreb, perché per farsene un'idea è sufficiente bere un caffè in un bar di Milano.

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