Il cielo sopra Milano

Foto Corriere.it

Post dei post dei post della campagna elettorale 2011.

Il cielo sopra Milano. Si arriva in piazza che piove a catinelle. Claudio scherza: «ci manca solo l'arcobaleno». E l'arcobaleno arriva. Allora mi permetto di rilanciare: «quando arriva Pisapia, smette di piovere». E quando arriva Pisapia, ma che ve lo dico a fare. La boutade della serata è: «oggi ombrello, domenica e lunedì cappotto».

Prima Lecco, poi Sucate. La battuta (volgarissima, ma ineccepibile dal punto di vista filologico) saluta la notizia dell'indicazione di Castelli come vicesindaco dell'improbabile giunta Moratti. Castelli aveva perso a Lecco, l'anno scorso, proprio le elezioni comunali. Dopo l'affaire D'Alessio, l'ultimo atto della più incredibile delle campagne elettorali.

Se il vincitore non vince più. Il risultato di domenica (che anche B presume negativo, nelle ultime dichiarazioni) sarà aggravato, per Pdl e Lega, dal fatto che non ci sarà l'effetto bandwagoning che li ha sempre favoriti e premiati. Perché di solito B vince anche perché si pensa che B vinca e molti elettori lo votano proprio per quello: perché vince. In questa primavera del 2011 potrebbe capitare esattamente il contrario.

Quando cambia il tempo. Lo avevamo detto, tempo fa, attraversando il Paese, che c'era qualcosa di nuovo e di diverso (e di strano!) nell'aria. Lo avevamo scritto, a proposito di una Milano che ci riguardava tutti. Era (ed è) il momento di interpretare il cambiamento e di tornare alla politica, nella sua accezione più moderna e insieme più antica, con un grande sforzo di significato profondamente culturale.

A Napoli, la piazza di Berlusconi e di Lettieri è semivuota. Anche per De Magistris si parla di vento che cambia, di primavera, di piogge (di marzo?) e di arcobaleni a significare che si tratta di qualcosa che molti vivono quasi si trattasse di un dato naturale. Di un cambio di stagione, ecco.

A Milano, la piazza di Pisapia, nonostante un tempo da Lupi (è proprio il caso di dirlo, dal momento che il leader leghisteggiante di Comunione e Liberazione, che già cumula due incarichi, è stato indicato dalla Moratti come assessore), è stracolma. Anche gli ombrelli sono arancioni, perché a Milano tutto, anche la politica, diventa business (e almeno per questa volta in senso buono).

Ombrelli arancioni

E con questa immagine, forse, è il caso di archiviare una campagna elettorale fuori dall'ordinario per tutti e fuori dal Comune per Letizia Moratti e per i suoi.

Con quel vento che ha sospinto le ali di Batman, che ha spazzato via la presunta moderazione della Moratti in quel confronto a Sky, che si è trasformato in venticello di calunnia e in bufera di argomenti inverosimili e capziosi, che ha portato un ladro d'auto al cospetto del candidato sindaco, che ha spazzato via vent'anni di sottocultura militante, che ha accompagnato tante ragazze e tanti ragazzi nella loro prima avventura politica, che ha gonfiato le bandiere di un centrosinistra aperto e unito, che ha attraversato la pianura e risalito anche le colline (pedemontane) più ostiche.

Quel bottom wind, quel vento profondo e quel volo collettivo che non poteva che finire con un bagno di mezzanotte. E con un sogno di quasi estate.

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