Letizia Moratti dice che parlerà di Milano, argomento per lei molto ostico, nei prossimi giorni. Apprezziamo lo sforzo, ma segnaliamo che l'attivismo dei licantropi della destra prosegue.

Le prime pagine dei giornali amici, il tono delle dichiarazioni di alcuni ministri (soprattutto quello dell'Offesa), il clima generale è quello della più totale demonizzazione dell'avversario.

Gli argomenti scelti, per altro, sono i soliti: moschee, rom, clandestini, diritti civili, centri sociali. Il riferimento storico è sempre lo stesso: gli anni Settanta (che qualcuno conosce bene, tra l'altro, per avere passato l'adolescenza a San Babila).

La cosa che colpisce di più è che il taglio è quello da provinciali, da amministratori di un condominio rancoroso e arrabbiato con tutti, soprattutto con i vicini. Al massimo, proprio per darsi un tono, da America profonda.

Una forza di governo, in città e nel Paese, dovrebbe raccontare le cose che ha fatto, puntare sui risultati e sulle cose che si possono fare ancora. Ma questa destra, semplicemente, non se lo può permettere. Come non può più promettere alcunché, perché ha finito anche le promesse, senza avere la capacità di mantenerne alcuna.

Vale anche per i loro elettori. Come l'altro giorno, quando un ambulante di quelli tosti, in un mercato rionale, indicando un commerciante abusivo e prendendo di mira un candidato del Pdl, lo ha così apostrofato: «Lo vedi, l'abusivo? Non dovevi mandarlo via cinque anni fa? Cosa ci fa ancora qui? Ehi, lo vedete anche voi, l'abusivo? Che cosa avete fatto in questi anni?».

Perché anche su sicurezza e immigrazione, prima o poi, il bluff emerge. E forse qualcuno si è reso conto di aver perso vent'anni.

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