Samuele Agostini da Boschi di Lari scrive ai vertici del Pd toscano per spiegare perché, sabato, saremo Tutti X Milano.

Vincere a Milano è importantissimo. Quasi tutti siamo convinti che potrebbe essere la breccia che sgretola il Berlusconismo. Non mi dilungo su questo.

Un anno fa, un "giovane" consigliere lombardo in cerca di riconferma, Pippo Civati, spese metà del suo tempo fuori dalla Lombardia, a fare campagna non per il suo orticello, ma per tutto il PD. Io pensai che fosse un giusto risarcimento andare un giorno tutti a Monza, l'idea fu accolta bene, e un po' da tutta Italia ci trovammo a Monza per il "Civaday". Non so quanti voti facemmo perdere a Pippo e al PD noi pisani, e quanti ne fecero guadagnare gli altri (il saldo sarà stato positivo?), di certo fu che ci divertimmo un sacco.

Facemmo cose ovvie in Toscana, ma proibite in Lombardia, come dare i volantini all'interno del mercato (a proposito di libertà), ma la cosa più bella è che mentre c'era chi ci guardava con simpatia, con sospetto, e anche con disprezzo, in diversi ci guardavano con paura. Eh, sì, paura. I leghisti della prima ora e i Formigoni-boys ci guardavano con paura. Chiaro, in Lombardia non si poteva vincere, lo sapevano anche loro. Però questa "invasione di campo", questo nostro essere gioiosi e provocanti, anziché dimessi, proprio non lo digerivano.

Pensate alla potenza di una gioiosa invasione toscana a Milano, il 7 maggio, ora che paura di perdere la hanno davvero.

Per me il Civaday non era pensato solo per Pippo. Era pensato anche per noi, perché cambiare aria fa bene. Perché la solidarietà è importante. Perché avevo in testa i racconti di quando il PCI, che era un Partito serio, mandava i compagni a fare campagna elettorale in terre difficili, le mitiche trasferte di Giulia Nocchi, quelle altrettanto mitiche di Massimo Baldacci. Perché alle Frattocchie conobbi un ragazzo di Torre del Greco, che mi disse: "facile fare i comunisti in Toscana", e due anni dopo la Camorra gli ammazzò il babbo, che era consigliere comunale.

Per noi toscani, andare a fare campagna elettorale in Lombardia credo sia anche un dovere, perché il nostro presidente, Enrico Rossi (settembre 2010) e il coordinatore dell'esecutivo regionale del PD, Luca Sani (dicembre 2010) hanno fatto i maestri affermando, in polemica con Civati, che: "lezioni dai lombardi non se ne prendono, perché qui si vince da sempre, e là si perde da sempre". Tralasciando sulla effettiva responsabilità di Civati sulle batoste che da sempre la sinistra prende in Lombardia, secondo me chi vuole fare il maestro, e si permette di umiliare quello che considera alunno, allora poi deve farlo davvero il maestro, e aiutarlo a imparare. Quindi, se noi toscani non bastasse la solidarietà a muoverci, o il comprendere l'importanza della posta in gioco, ci muova il nostro desiderio di far vedere quanto siamo bravi.

E stavolta non abbiamo scuse. Non ci chiede di andare a Milano Pippo Civati, non ce lo chiedono i "rottamatori", ce lo chiede tutto il PD Lombardo, e ci sarà il presidente del PD, la toscanissima Rosy Bindi.

Allora io chiedo al mio segretario regionale, Andrea Manciulli, e al mio segretario provinciale, Francesco Nocchi, che il PD toscano, quello di Pisa e delle altre federazioni, organizzino dei pullman per andare a Milano, sabato 7 maggio. Chiedo ai candidati sindaci e consigliere di rinunciare a un giorno di porta a porta, di iniziative, per andare a Milano. Montate sul pullman e mettete sulla bacheca di facebook: "mi scuso con i miei concittadini se oggi non mi hanno visto a fare il porta a porta, ma sono andato a Milano per far vincere il PD e Pisapia". Volete scommettere che alla fine ci guadagnerete anche qualche voto?

Andiamo a Milano. Tutti X Milano. Tutti X l'Italia.

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