La Lega, dopo la legge sui phone center (che Tar e Corte Costituzionale hanno devastato, dopo che molti centri di telefonia fissa erano stati chiusi, per colpa della legge, senza che nessuno se ne sia vergognato) e la spettacolare iniziativa contro i kebab (per cui ci avevano riso dietro da ogni parte del mondo conosciuto), ha pensato bene di presentare una legge sui phone center e sui kebab.

Repetita iuvant, come dicevano gli invasori romani. In più, si aggiunge una citazione per i centri massaggi perché, dice un autorevole leghista, vogliamo contrastare «i bordelli».

Per tutto questo, e anche per la salvaguardia delle tradizioni locali, le leggi ci sono già. Anche, pensate un po', il decreto Bersani (proprio quello che la Lega, per contrastare i kebab, aveva 'trasferito' sul marciapiede).

Come già a Verona (la città di Shakespeare), per aprire un negozio si dovrà conoscere l'italiano (panico tra gli stilisti) e esporre scritte in italiano (che mi pare l'unica cosa logica, ma che si potrebbe normare in modo diverso, ovviamente, con riferimento alla legislazione nazionale).

Il modello è Harlem. Uguale.

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