Ne avevo parlato qui, dello strano caso del marito del prefetto di Lodi che era stato nominato da Pietrogino Pezzano – fotografato con alcuni 'ndranghetisti – dirigente dell'Asl 1 di Milano, mentre il prefetto di Lodi toglieva la scorta a Giulio Cavalli, collega consigliere dell'Italia dei Valori.

Incuriosito (si fa per dire) dalla vicenda, avevo voluto verificare la sua posizione e, attraverso i nostri servizi segreti, avevamo scoperto che il marito del prefetto di Lodi, già direttore dell'ospedale di Desio (località, per altro, al centro delle inchieste sulla criminalità organizzata), ora nominato all'Asl 1 di Milano, era stato rinviato a giudizio per un concorso pilotato al Policlinico di Messina. 

Il Pd ha presentato un'interpellanza urgente, e il suddetto marito del prefetto – la cui nomina era stata presentata dal Corriere come un segnale della «volontà di legalità» (!) del neodirettore dell'Asl 1 – si è dimesso in serata, rinunciando all'incarico.

Cose che capitano, in Lombardia.

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