Quando si tratta di farsi impugnare leggi e delibere, Roberto Formigoni non ha rivali e si conferma, come sempre, primo della classe: caso Englaro, bonus bebè, abbonamenti negati agli stranieri, leggi sulla caccia, phone center, il servizio idrico. Una lunga serie di sconfitte e di brutte figure.

Perde e protesta, pure, dicendosi scandalizzato, perché lui ha sempre ragione. Sempre e comunque.

Dopo la scandalosa vicenda delle firme di questa primavera, ci si aspetterebbe da lui maggiore contegno istituzionale. Ma da un uomo che si appellava a Napolitano e, nello stesso tempo, telefonava a personaggi ambigui, coinvolti nelle inchieste sulla P3, c'è poco da aspettarsi. Se non che questo suo mandato – di troppo – sia anche l'ultimo.

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