Ecco perché il Pd deve dedicare la prossima campagna elettorale al tema della casa (oltre al fisco, vero, perché questa volta non ci faremo fregare, vero, dalle solite promesse elettorali degli altri e dalle nostre incertezze, vero?!).

Perché prima un signor ministro ne riceve una a sua insaputa e ora scopriamo che un parlamentare potrebbe avere un aiutino in vista della fiducia per pagare il mutuo: il più classico dei problemi che gli italiani affrontano ogni mese, alla scadenza della rata.

«Devono andare a casa», si dice in questi casi (con espressione un po' volgare, che forse è meglio di evitare). Una cosa è certa: noi alla casa dobbiamo tornare, al più presto, perché gli italiani vorrebbero si parlassero di casa. Di quella che loro devono comprare (o affittare, in nome della famosa flessibilità), a loro saputa e senza che altri paghino il loro mutuo.

Da ultimo: come si vede, dimezzare lo stipendio dei parlamentari (oltre al loro numero) non cambierebbe molto le cose. Perché scopriamo che anche chi guadagna così tanto, poi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. E in tutta sincerità, ma solo in questo caso, speriamo che alla fine del mese non ci si arrivi. E che tutto si possa fermare il 14.

Sarebbe liberatorio.

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