Ci mancava solo la conta dei parlamentari. La loro compravendita. Il tariffario con il listino prezzi. E il Calearo ter (prima Pd, poi Api, ora RN). E l'agopuntore già dipietrista ora forse-filo-berlusconiano. E Razzi. E gli altoatesini che si astengono dall'alto delle Dolomiti. E i Radicali.

L'unica cosa che conta, però, è notare che questi stessi personaggi sono quelli decisivi anche in caso di formazione di governo tecnico. Sono gli stessi sui quali faremmo affidamento per poter immaginare un esecutivo che in questo momento potrebbe avere qualche voto di maggioranza alla Camera e non avrebbe la maggioranza al Senato.

A meno di non volere imbarcare mezzo Pdl nell'avventura del governo tecnico, cosa difficile da immaginare, comunque vada il voto di martedì, il Parlamento rimarrà diviso in due. In un caso B proverà a coinvolgere Casini, ma se gli andasse male, non potrebbe certo pensare di andare avanti fino alla fine della legislatura con uno o due parlamentari di maggioranza.

Il centrosinistra, in queste condizioni, farebbe bene a chiarire il quadro politico nel quale intende muoversi, perché la confusione nella quale siamo tutti immersi non fa bene a nessuno. Lasciare ad altri i pasticci potrebbe essere una prima presa di posizione di un qualche senso politico dopo mesi di fughe in avanti (che si sono rivelate spesso del tutto infondate).

Pensiamoci. Perché tutta questa storia un indizio ce lo dà, se vogliamo davvero tornare a vincere e cambiare la politica di questo Paese. Ed è proprio la parola fiducia. La fiducia che non si ottiene comprando un parlamentare o augurandosi che quello stesso parlamentare il mutuo se lo paghi da solo (perché non basta nemmeno quello e spero che ora sia chiaro a tutti). La fiducia è quella da restituire (proprio così, restituire) ai cittadini.

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