calearo_e_cesario_e_scilipotiSiamo un po' tutti tentati dalla straordinaria iniziativa che in un colpo solo supera di slancio tutti i tentennamenti e le incertezze della Seconda Repubblica. Si chiama, pensate un po', Responsabilità nazionale. I suoi tre leader – che sono anche gli unici aderenti del nuovo movimento – smentiscono subito il lemma e si preparano a votare in tre modi diversi il 14. Sono un movimento schedina: uno, ics, due. Perché «è il momento della responsabilità». Già.

Con loro tre non puoi sbagliare. Comunque vada, il 14 dicembre, loro avranno vinto. Non saranno stati decisivi, ma loro puntano alla 'patta', per ora, per evitare strappi che il Paese potrebbe non capire.

In un caso, quello più celebre, fuoriescono anche da dove erano già approdati fuoriuscendo dal gruppo nel quale erano stati eletti. Perché è il fuoriuscire, soprattutto, che qualifica la nuova formazione politica.

Loro, dichiarano con voce chiara e inequivocabile, sono «alleati ma divisi». Separati ma convergenti. Sono i moschettieri alla rovescia: ciascuno per sé e la Responsabilità nazionale per tutti. Sono bene assortiti, come in un cast di un film americano. Il più piccolo ride, il più distinto è impassibile, quello con gli occhiali è il vero teorico, quello che ha fatto la pensata che cambia la politica italiana.

Chi pensa che si siano comportati da stronzi, mollando le liste (bloccate) nelle quali erano stati eletti più o meno da tutti gli italiani e inconsapevolmente, si sbaglia di grosso: loro sono in ottimi rapporti con tutti. La Responsabilità nazionale lo pretende. Di più, lo esige.

Alla base c'è un ragionamento sofisticatissimo, che fa segno a una lucidità di analisi che pochi, pochissimi si possono permettere, anche perché a loro non interessa «la problematica del sì o no a Berlusconi»: «La proposta che noi avanziamo è di evitare di arrivare al 14, che ci sia un modo diverso di dare la fiducia agli italiani, il questo modo il 15 perdono tutti. Perché chi vince, vince per una manciata di voti, chi perde, perde per pochissimi voti e comincia la bagarre».

«Oggi è nato un gruppo di persone che si stimano e che cercano di guardare agli interessi del paese prima che a quelli di bottega», dicono. E io, nel mio piccolo ho deciso: fuoriesco dal Pd e aderisco a Responsabilità nazionale per poi fuoriuscirne appena possibile. Perché è il momento di guardare agli interessi del Paese. E poi ce lo chiedono le imprese. E poi ci vogliamo bene. Tanto.

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