Sono felice che Fini abbia rilanciato ancora una volta sul tema dei diritti dei cittadini stranieri che vivono in Italia: è un bene che anche la destra diventi civile, in un Paese in cui la politica, sotto questo profilo, non ha dato finora grande prova di sé. Resta da capire come mai la zona gianfranca non intenda partire da una revisione della Bossi-Fini (e sia detto senza malizia), né come abbia fatto Fini a governare per sedici anni con un partito che oggi accusa di xenofobia (dicendo che anche B, a suo modo, lo è). Allearsi con gli xenofobi, arrivare al governo grazie ai loro voti, fondare un partito con uno che è xenofobo a sua volta, non è essere xenofobi? E quando, dopo vent'anni, qualcuno se ne accorge, non dovrebbe chiedere scusa a qualcuno, tipo a quelli che sono stati destinatari della xenofobia di governo?

Anche in Alleanza Nazionale (che si chiamava così, forse, perché Fini voleva mettere in luce la questione) c'era un sacco di gente xenofoba, a cominciare dal tremendo vicesindaco di Milano e da altri soggetti poco raccomandabili, alla Gasparri, per esempio. Vale la pena di ricordare che Alleanza Nazionale non l'hanno sciolta nel 1492. 

Anche sui diritti civili, la svolta di Fini sulle coppie di fatto è ammirevole. Abbiamo qualche dubbio però che Casini, futuro probabile alleato di Fini, sarebbe d'accordo. E quindi, come si fa? Non è che tra qualche anno Fini si lamenterà di aver trovato un altro alleato sbagliato, conservatore e retrivo, a cui darà tutte le colpe? Perché qui siamo già al «perseverare»: lo «sbagliare» è durato quasi vent'anni. E fare i posteri, dopo esserci stati, è davvero troppo comodo.

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