Furio Colombo attacca Renzi (per sineddoche, perché l'obiettivo ovviamente sono le Tre Giornate di Firenze) sulla prima pagina del Fatto. «Avviso ai rottamatori»: sono parole durissime, le sue, che muovono da un incredibile malinteso. Che la questione fiorentina sia una questione anagrafica. Dispiace che un giornalista e politico della sua esperienza si abbandoni a semplificazioni tali da assomigliare tanto a mistificazioni della realtà.

Nessuno ha mai parlato di anagrafe, ma di responsabilità politica. Lo riscrivo, nessuno ha mai parlato di anagrafe, ma di responsabilità politica.

Il semplicismo, cioè, non sta in quello che Renzi dice, ma in quello che Colombo interpreta. Furiosamente, perché addirittura si spinge ad affermare che a Firenze si proporrà l'«eliminazione» degli over 40. Caro Colombo, a Firenze ci saranno tante persone della sua età, curiose e rispettose di quello che stiamo cercando di fare. Continuare a parlare così, della Prossima Italia, è parecchio superficiale.

«Il falso problema dell'anagrafe», scrive Colombo. Ed è falso in senso pieno, perché è Colombo a porlo, non noi.

La cosa che sorprende di più, però, è un'altra. Che Furio Colombo, che ha fustigato l'attuale gruppo dirigente del Pd più di ogni altro, che ha avuto parole criticissime negli ultimi dieci anni dalle colonne de l'Unità, che ha rimproverato quasi tutto alla sinistra istituzionale (di cui pure fa parte, perché è parlamentare del Pd), non riesca a comprendere quello che noi diciamo. Ovvero che c'è da rappresentare un'idea di politica diversa, più sobria, più rappresentativa, più dignitosa e anche più creativa di quella che attualmente conosciamo. E che il contributo di chi non viene dal 1994 ("anno orribile" che Colombo dovrebbe ricordare) ma che si affaccia ora sulla scena pubblica – e parlo degli elettori, non dei dirigenti – vada preso in considerazione.

A Colombo, che peraltro non ha mai attaccato i toni di Di Pietro, non piacciono quelli di Renzi e questo è legittimo. Che pieghi la realtà ad una interpretazione che non le corrisponde minimamente, invece, dispiace e amareggia chi lo stima, anche per via dell'età e della sua storia personale.

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