Ho molto apprezzato, come i 25 e-lettori già sanno, il breve saggio Salviamo l'Italia di Paul Ginsborg (Einaudi) soprattutto per il «bottom wind» ripreso da Coleridge e per quel concetto di «campagne mobili» (neanche si trattasse delle barricate delle Cinque Giornate) che a Firenze ci sarà molto d'aiuto. A proposito di 'salvataggi', però, è il caso di segnalare anche il testo di Girolamo De Michele, La scuola è di tutti. Ripensarla, costruirla, difenderla (Minimum Fax).

Un libro che compie, in trecento pagine molto intense, un'operazione culturale necessaria: spiegare che la scuola non è quella che molti (quasi tutti) raccontano. E che i luoghi comuni ormai assurti a vere e proprie proposte di governo – come già per l'immigrazione, come sappiamo – stanno creando un dibattito che sarebbe inverosimile se non fosse vero e, soprattutto, se non avesse conseguenze molto concrete sulla scuola e sull'attività di chi vi opera.

Un libro di denuncia, dal forte sapore costituzionale e limpidamente antifascista (nel senso con cui De Michele conclude le sue riflessioni), capace di raccontare una versione non rovesciata, ma proprio opposta a quella che sentiamo ripetere da ministri e da commentatori autorevoli, che di scuola sanno pochissimo (e meno ne sanno, più ne parlano), nella convinzione che il disegno del governo attualmente in carica non sia soltanto quello di ridurre le spese e la famosa inefficienza, ma di affermare una serie di principi devastanti per la società italiana, non solo dal punto di vista dell'istruzione.

De Michele va letto e a Firenze va anche invitato. Adesso lo cerco.

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