alan ha perso. Ha vinto la Lega lattona. Sono anche andati sotto casa sua (sul serio) per protestare. E adesso lo prendono in giro. Forse il ministro dovrebbe lasciare anche perché era stato lui a chiedere agli altri di dimettersi. Lascerà? Risponditore automatico: ma quando mai?!
Nel frattempo, è sufficiente leggere Wikipedia per capire che c'è qualcosa che non va. Il motivo è presto detto: 4 miliardi a cui se ne aggiungerà un altro.
L'Italia sembra non curarsi dei costi dell'operazione:
Nella storia lunga oltre vent'anni delle quote latte, «l'Italia ha dovuto pagare all'Ue più di 4 miliardi di euro di multe, mentre ne ha recuperate presso i produttori 300 milioni circa»: lo affermano fonti comunitarie secondo cui in Italia «ci sarebbero già state le condizioni per recuperare una cifra vicino al miliardo». A Bruxelles, negli ambienti comunitari, non si nasconde una certa irritazione per il fatto che l'Italia continua a non incassare le multe per il superamento delle quote latte, assegnate in passato ai produttori. Si tratta di somme che, secondo le informazioni a loro disposizione, sono percepibili in quanto si sono conclusi, tra l'altro con condanne di pagamento, diversi procedimenti giudiziari avviati in passato dai produttori davanti ai Tar regionali.
Rispetto alla proroga, Viviana Beccalossi, che era stata a lungo assessore all'agricoltura in Lombardia (in quota Pdl), aveva proclamato: «non passerà!». Infatti, passa. Con la fiducia. Senza discussione. Come sempre.
«Hanno strumentalizzato un gruppo sparuto di allevatori, chiedendo i loro voti in cambio di una difesa politica sulle quote latte. Parlano tanto di legalità e poi il risultato è una pessima figura, l’ennesima, con Bruxelles», aveva detto l'ex assessore. Ma per gli allevatori della proroga aveva garantito Bossi Jr.
Intanto l'Europa ci avvisa, ricordando gli impegni dal governo italiano:
«Non c'è alcun dubbio che la sospensione dei pagamenti, prevista nell'emendamento, sarebbe non solo in netto contrasto con il diritto Ue – afferma Ciolos – ma anche con i ripetuti impegni, assunti a livello politico dal governo italiano, di imporre una rigorosa ed efficiente applicazione del regime delle quote latte in Italia. Come giustamente Lei fa osservare – aggiunge il commissario Ue nella lettera a Galan – tale impegno è stato riconfermato nell'ambito del compromesso politico raggiunto con l'Health Check».
In un momento in cui tutto il Paese è invitato a «tirare la cinghia», questa è la storia delle quote latte. E siccome B non ci vuole mettere le mani, nelle tasche degli italiani potrà metterci il latte.

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