Oggi in aula gran dibattito sul topolino del federalismo demaniale. Formigoni si dice innamorato del federalismo. I leghisti dicono che l’hanno visto prima loro. Il risultato è che il federalismo si schermisce e non si fa trovare. E Bassanini era un titano, al confronto.
Lo dice il Pd, ma lo dice anche l’Anci, attraverso l’irriducibile presidente, già presidente del Consiglio regionale, ora sindaco di Varese, il leghista Attilio Fontana. Il quale, esprimendo «soddisfazione» per il federalismo demaniale, ricorda però alcune «forti perplessità», che riguardano in primo luogo le modalità di trasferimento dei beni che riguardano il ministero della Difesa e dei Beni Culturali. E aggiunge, tra l’altro:
Desta infine preoccupazione la previsione di taglio ai trasferimenti alla parte corrente dei bilanci comunali per una cifra pari al valore dei beni immobili trasferiti. Questo mentre i Sindaci potranno utilizzare l’eventuale ricavo da alienazione degli immobili solo per investimenti in conto capitale, tolto un 25% che tornerebbe alle casse dello Stato. I Comuni vedrebbero così accresciuto il loro patrimonio, ma a scapito di pesantissimi tagli alla spesa corrente e quindi ai servizi.
Nonostante la retorica e l’autocompiacimento di alcuni, siamo molto lontani da risultati apprezzabili. E federali. Anche sotto il profilo affettivo, s’intende.

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